(ASI) Perugia - Già all’inizio del 2014, dopo l’arresto di Manlio Cerroni (ad aprile condannato ad un anno di reclusione per irregolarità relative al gassificatore di Malagrotta, ed ancora sotto processo per altre irregolarità nello smaltimento dei rifiuti), il Movimento Cinque Stelle aveva posto alcuni quesiti
al Sindaco di Perugia senza, tuttavia, ricevere risposta: “Come intende il Comune di Perugia (socio al 45%) gestire GESENU SPA in seguito all’arresto del presidente del gruppo privato che, tramite una sua controllata, detiene un altro 45% del capitale?” ed ancora, “perché l’ing. Giuseppe Sassaroli in qualità di direttore generale di GESENU SPA ha unilateralmente sospeso la contrattazione di II° livello mettendo a rischio una non trascurabile quota dello stipendio dei dipendenti? Tanto più che lo stesso ing. Sassaroli, in qualità di amministratore delegato di GEST SRL, quando ha firmato la convenzione con ATI2 (dove il Comune di Perugia è capofila) all'art. 20 punto 2 si è impegnato a: " ... mantenere inalterati i benefici e i diritti riconosciuti ai singoli dipendenti, derivanti dagli accordi integrativi aziendali e/o territoriali cui era tenuto ad ottemperare il gestore pregresso ed allegati al Capitolato d’oneri di gara”. Perché il Comune non è intervenuto a tutela dei dipendenti?
Oggi, le dimissioni di Luciano Ventanni, Presidente della GESENU, gettano un’altra luce inquietante sulla vicenda. Nell’aprile scorso la Commissione Bilancio del Comune aveva appreso dallo stesso Ventanni, se mai non ne fosse al corrente, dello stato di grave crisi di liquidità che avrebbe messo in forse il pagamento di stipendi e fornitori di GESENU.
Le spericolate iniziative “imprenditoriali” della partecipata perugina, hanno infatti visto la GESENU stipulare contratti d'appalto in Sicilia, in Sardegna, in Egitto senza tuttavia percepire i relativi compensi, come era facile immaginare visto l’elevato tasso di rischio che la gestione di questi contratti avrebbe comportato.
Sono scelte imprenditoriali che anzichè apportare benefici ai Cittadini provocano aumenti di tariffe; ed infatti Perugia è tra le città italiane con la tassa sui rifiuti più alta.
Conosciamo bene i meccanismi che hanno portato GESENU, come altre partecipate umbre, alla deriva: un sistema di gestione che agisce con totale discrezionalità e spericolatezza, quando si tratta di assumere decisioni "imprenditoriali" salvo poi esigere soldi dai Cittadini contribuenti, in qualità di "azienda a partecipazione pubblica" bisognosa di ripianare i bilanci, quando occorre scongiurarne il fallimento. La situazione in cui versa GESENU è responsabilità del Sindaco uscente e della sua maggioranza, complice anche una opposizione inconsistente ed inadeguata al suo ruolo, responsabilità da accertare in tutte le sedi: civili, penali, amministrative.
MoVimento 5 Stelle Perugia