(ASI) E' notizia che: “A Bruxelles sparano davanti al museo ebraico ed uccidono tre persone”. Naturalmente tutte le televisioni ne parlano e commentano con dovizia di particolari e con le opinioni di giornalisti, di politici e di religiosi.
In coincidenza, per uno strano caso, dai giornali, dalle TV e persino dai siti internet di politica internazionale, sparisce totalmente la notizia di ieri: ”Due ragazzi Palestinesi uccisi a fucilate dai soldati in Israele”, notizia ignorata dalla maggior parte dei giornali e delle televisioni e sulla quale nessuno ha parlato con la stessa dovizia di particolari e con le opinioni di giornalisti, di politici e di religiosi. Non l'hanno fatto perché questi drammatici avvenimenti sono talmente frequenti da non fare più notizia? Oppure, per altro? Perché esistono anche a livello mediatico due pesi e due misure?
Naturalmente i tre morti di Bruxelles, sono probabilmente ebrei mentre i due ragazzi Palestinesi sono solo dei “Goim”? Usciamo da questi pregiudizi. E vediamo in ognuno dei due episodi la drammaticità dei fatti. Nel terzo millennio, non è ammissibile che esista il primato delle morti buone e quello delle cattive. Così come non è accettabile la disciminazione sulle vittime. Invece, nell'interesse pubblico della notizia ci deve essere correttezza nella informazione e la la ferma condanna della mano assassina che uccide persone innocenti ed alimenta l'odio etnico-politico-sociale e lo scontro fra civiltà.
Alessio Borghesi