(ASI) Palermo - "Resta l’amarezza di chi si batte ogni giorno per la nostra meravigliosa opera dei pupi nel non vedere nemmeno il proprio nome tra le compagnie presenti nel report sulla situazione dei pupi in Sicilia (che a questo punto risulta falsato ed è da considerare azione gravissima per dei “ricercatori”) o invitate a ricevere un diploma o a creare un network comune di teatri di figura.
Elisa Puleo Cuticchio, in una lettera aperta del 18 gennaio scorso di cui condividiamo i contenuti e gli intenti, parlava di una 'Roncisvalle dei pupari', noi
parliamo invece di una 'Soluzione finale' di goebbelsiana memoria".
Sono parole dure, al vetriolo, quelle di Angelo Sicilia, direttore artistico della Marionettistica Popolare Siciliana,
direttore del Museo dell’Opera dei Pupi Siciliani delle Madonie e del Teatro stabile dei pupi “Calogero
Zucchetto” di Caltavuturo, con le quali egli si rivolge alle istituzioni per la mancata inclusione nel "network di promozione comune dei cartelloni dei teatri di opera dei pupi attivi in Sicilia" e l'esclusione dall'evento nel corso del quale "verrà consegnato il diploma con il quale l’Unesco ha riconosciuto l’Opera dei pupi siciliani Capolavoro orale e immateriale dell’umanità" (testo integrale dell'appello e istituzioni in indirizzo nell'allegato).
Angelo Sicilia da tempo porta l'opera dei pupi antimafia in giro per il mondo, laddove le storie di Pino Puglisi, Falcone, Borsellino, Pio La Torre ricevono il consenso entusiasta del pubblico e della critica, ma stranamente nella nostra regione (e Regione) non vi è la dovuta considerazione verso quella sintesi ben riuscita di innovazione e tradizione nel campo della marionettistica siciliana.
Da ciò discende l'accorato (e amaro) appello di Sicilia a quelle istituzioni che sembrano sorde, cieche di fronte alla bellezza artistica dei pupi antimafia.
Claudio Zarcone
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