Rendiamo omaggio agli imprenditori e lavoratori che in un atto estremo dovuto a una depressione profonda verso la quale nessuno, lo Stato per primo, è intervenuto, e si sono tolti la vita. Lo Stato non si è mai preoccupato di attivare un numero nazionale dove le persone in serie difficoltà economiche possano chiedere aiuto. Preferisce tutelare e finanziare le banche invece delle persone, banche che poi invece di prestare denaro lo reinvestono per guadagnare sulla pelle altrui. E' passata in questi giorni nel silenzio una norma dell'esecutivo Monti che prevede la possibilità, per le banche, di alzare i tassi d'interasse a chi sfora il fido a partire da 50 euro. Intanto la gente si ammazza.
La giornata di lutto nazionale ha lo scopo di richiamare l'attenzione dello Stato su quanto dovrebbe essere chiaro e invece non lo è, tanto che il premier Letta dal Messico afferma che la crisi è alle spalle. Tanto che diamo 45 milioni di euro al Senegal per sostenere piccole e medie imprese. Nobile atto, ma che non possiamo permetterci se prima non risolviamo i problemi delle piccole e medie imprese italiane.
La giornata di lutto nazionale ha lo scopo di svegliare il Governo, ma anche quello di dire alla società intera che il capitalismo e il progresso ci rendono più liberi solo se non ne diventiamo schiavi. Non commemoriamo degli eroi, ma dei disperati, persone fragili anche grazie a una cultura disumanizzante che dobbiamo cambiare. Subito. Se non ci pensa lo Stato ci pensiamo noi, l'Italia vera. Quella che cade e si rialza senza dimenticare chi non ce la fa.
Lo afferma Barbara Benedetteli, Presidente dell'Associazione per la tutela dei diritti della persona L'Italia Vera.