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Siria. La relazione sulle atrocità commesse nel Paese dei cedri  consegnata in Vaticano dal Patriarca Gregorios III Laham

(ASI)Pubblichiamo di seguito la relazione del Patriarca Gregorios III Laham consegnata in Vaticano. Per tanti motivi, ma anzitutto perché vi si narra la vicenda dei tre martiri di Ma’alula, così simile ai martirologi che ci ha consegnato la tradizione cristiana dei primi secoli. Chi vi si accosti non ceda all’erroneo esercizio di critica all’islam, dal momento che chi uccide i cristiani in Siria, fa lo stesso con i suoi correligionari, colpevoli soltanto di non aderire alla loro follia religiosa. Non sarebbe solo un torto alla verità, ma una tragica connivenza con quanti alimentano l’odio tra religioni che da sempre convivono in pace in territorio siriano.Tra il marzo 2011 e il novembre 2013 in Siria vi sono state 120.000 vittime, di cui mille cristiani, tra personale militare e civili, donne, vecchi, bambini, membri del clero e degli ordini religiosi. È possibile che alcuni di loro siano stati uccisi perché erano cristiani. Ma non pare esserci alcuna prova effettiva.Ma posso affermare senza dubbio alcuno che i tre uomini uccisi nella stessa casa a Ma’alula sono veri martiri nel senso proprio del termine.

Sono stato in grado di raccogliere testimonianze da persone che possono confermare la mia affermazione. Qui segue il resoconto del racconto dei miei testimoni. Erano nella stessa casa a Ma’alula. Si deve dire che in molte vecchie case, si trovano ancora alcune grotte. In queste, dentro vi erano Ms Antoniette Nehe e tre giovani uomini, Michael Taalab, Antony Taalab e suo cugino Sarkis (o Sergius) Zakhem.Nelle strade e nelle piazze di Ma’alula, si udivano bande che urlavano minacce: “Vi vogliamo uccidere! Taglieremo le vostre gole, adoratori di una croce di legno… Allah Akbar!”. Gli assalitori armati bussarono alla porta della casa. “Se non siete armati, se non sparate, sarete lasciati in pace!”. Aprirono la porta. Non appena entrarono in casa, cominciarono col chiedere a Michael la sua carta di identità. “Siete cristiani?”. “Si”. “Che cos’è il cristianesimo? L’Islam è la vera fede. Chi è Cristo? Se Egli è il Figlio di Dio, lasciate che vi salvi! Dov’è?”. Il giovane uomo rispose: “Sono cristiano, vivrò e morirò da cristiano.” Un ribelle gli sparò alla gola e lo uccise, davanti ad Antoniette e gli altri due.Il quarto ha ascoltato tutto; lui mi ha raccontato tutta la storia. Poi fecero la stessa domanda ad Antony. Era amico dei preti del villaggio, e aveva servito nella parrocchia di Saint George.

Era un uomo semplice, gentile. Lo picchiarono due volte e lo finirono con una pallottola.Il terzo, Sarkis, subì lo stesso interrogatorio e lo stesso destino. La giovane donna Antoinette fu colpita al petto e al braccio da una pallottola. Ma non pianse né urlò, per non allarmare Samir, il giovane nascosto. Gli assalitori non hanno sospettato della sua presenza nella casa, così se ne sono andati.Samir assistette la giovane ragazza ed è rimasto in casa dal 7 al 9 settembre, custodendo i corpi dei tre martiri.Il lunedì 9 settembre decisero di spostare i tre corpi da Ma’alula a Damasco. Martedì 10, celebrai i funerali dei tre giovani nella nostra cattedrale della Dormizione, assistito da H.E. Joseph Absi, il mio vicario di Damasco, un vescovo ortodosso e uno armeno, insieme a 50 preti di tutte le comunità cristiane.Una folla di fedeli (circa 1200) da Ma’alula a Damasco riempì la cattedrale. Avevano il volto pieno di lacrime. I funerali finirono con il canto dell’Inno della Resurrezione in Arabo e in Aramaico, la lingua di Gesù. Questa lingua è ancora parlata dai cristiani e musulmani di Ma’alula e altri tre villaggi. Ho fatto visita alle famiglie dei tre martiri, che vivono a Damasco e negli altri distretti, come tutti gli abitanti di Ma’alula. Durante queste visite ho avuto alcuni dettagli in più circa i tre giovani. Così la madre di Michael mi ha detto che suo figlio aveva affermato di essere pronto a morire per la sua fede cristiana. Tutti e tre avevano dichiarato in pubblico allo stesso modo nelle sere precedenti all’assalto che essi avrebbero sopportato tutto, e sarebbero rimasti leali alla loro fede cristiana. Io sto riportando tutto questo con assoluta veridicità!

E il Signore mi è testimone, questi tre giovani sono veri martiri.Padre santissimo! Noi siamo sempre stati la Chiesa dei martiri e lo siamo ancora oggi! Santo Padre, io sono sicuro che Voi dichiarerete questi tre giovani  di Ma’alula essere veri martiri, che sono morti a causa della loro fede in Gesù Cristo! Grazie per l’attenzione che porterete al caso di questi tre giovani martiri. Grazie a Voi, Santo Padre, nel nome della fede di Ma’alula. Gregorio III Patriarca

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