(ASI)“La proposta d’introdurre il reato di omicidio stradale avanzata dal ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, rischia solo di rendere più confuse le norme, di dare l’illusione d’aver affrontato un tema così delicato e che tocca tante persone, senza però risolvere concretamente il problema.
Non saranno certo i dieci anni di carcerazione previsti in alcune proposte che, come solitamente avviene in concomitanza di tragici eventi, politici o uomini di governo alla ricerca di visibilità e consensi prospettano, a modificare le cose. Occorre invece agire per garantire la certezza della pena, senza lasciare spazi a interpretazioni giuridiche che dipendono dai singoli magistrati, spazi che la nuova proposta sembrerebbe invece lasciare ampiamente”. Lo dichiara Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e coordinatore della Consulta della sicurezza stradale recentemente ricostituita presso il Cnel.
“Chi si mette alla guida senza patente, in stato di ebrezza o sotto l’ effetto di sostanze stupefacenti, deve essere considerato alla stregua di chi premedita un omicidio e lo esegue volontariamente – continua il presidente della Federazione Autotrasportatori Italiani -. Attenuanti non ve ne devono essere e l’arresto deve essere immediato e mantenuto fino al pronunciamento con rito abbreviato del tribunale. Se da una parte le attuali sanzioni devono essere conservate per chi risultasse positivo ai test su alcol e droga, dall’altro le nuove norme dovrebbero intervenire sulle disposizioni relative alle pene accessorie e rapportate al danno generato a terzi, senza alcuna possibilità di riduzione. A chi deliberatamente determina danni a terzi deve essere revocata la patente, il responsabile va assoggettato alle medesime pene previste per chi premeditatamente e volontariamente uccide o ferisce una persona”.
“Solo una norma così costruita potrà generare un processo positivo che attui il principio educativo che è uno dei principi alla base del nostro sistema giuridico”, conclude Uggé, già firmatario in passato, sia in veste di parlamentare di opposizione sia da esperto del Cnel, di proposte emendative rimaste colpevolmente inascoltate.
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