(ASI) Buon Natale a tutti ma, in particolar modo, a chi soffre negli ospedali e nelle carceri, a chi è senza casa, a chi è massacrato dalle tasse, a chi lotta per i propri diritti calpestati e umiliati, perché ha perso il posto di lavoro o dovuto chiudere la propria attività, e anche oggi è presente in piazza in uno dei presidi iniziati il 9 dicembre scorso, come a Roma di fronte alla Stazione Ostiense.
Un grosso “grazie” va a tutte le classi politiche dirigenti, passate e attuali, infarcite d’incompetenza, prone e sottomesse ai desiderata dell’usuro-eurocrazia e del mercato globale, pur di tutelare i propri interessi e mantenere gli annessi privilegi. Il discorso sull'euro, però, è un po’ più complesso e occorre essere realisti: non necessariamente bisognerebbe tornare alle monete nazionali, con il rischio di esporre le relative economie a speculazioni inflattive e concorrenze incontrastabili di giganti quali USA e Cina: tale sistema monetario europeo non funziona perché è sotto il controllo della maledetta
troika (BCE-UE-FMI) ed è distorto l'uso che se né fa.
Se un'Europa dei Popoli, affrancatasi dalla morsa usuraia della BCE, decidesse in blocco di ri-nazionalizzare le banche centrali e azzerare i crediti illecitamente accumulati dalle banche private nei confronti dei vari Stati, tornando a emettere in proprio le banconote, e non solo le monete coniate, per incassarne i relativi diritti di signoraggio a credito dei Popoli medesimi, allora forse il sistema della moneta unica europea potrebbe funzionare da deterrente nei confronti del dollaro, della lira sterlina e dello yuan. Insomma, sarebbe auspicabile quell'Europa Nazione che tante generazioni a partire dal ‘900 hanno sognato, faro di civiltà e cultura per il mondo, libera dalle consorterie massoniche e dalle speculazioni finanziarie internazionali, con una propria florida economia, magari anche grazie a stretti legami di collaborazione con la Russia.
Qui siamo appunto, però, nel dominio dei sogni che sconfinano nelle utopie: la storia deve fare il suo corso e tanta gente indecisa, che ancora non scende in massa nelle piazze, deve prendere coscienza di ciò che certi criminali legalizzati da governi servili sta facendo e complottando sulla propria pelle, precarizzandone l’esistenza. Per non rimanere nel frattempo inerti, occorre decidere cosa fare e come agire in questo momento, riflettendo sul fatto che molte persone cominciano a protestare e ribellarsi indipendentemente dai propri interessi di bottega o di categoria: per la prima volta si colgono segnali di moti d’insofferenza trasversale e generalizzata, senza pregiudiziali obsolete e deleterie di “destra” e di “sinistra”. Si avrà modo di riparlarne a breve.
Intanto ancora Auguri di Buon Natale e Felice (si spera) Anno 2014
Roberto Bevilacqua