(ASI) Venezia Mestre - Che la crisi economica stia stravolgendo il quotidiano vivere di tutti è indubitabile. Associazione Consumatori Serenissima, del resto, è da molto tempo che cerca di sensibilizzare le Istituzioni sul fatto che gli italiani sono a dir poco stremati da una povertà che diventa di giorno in giorno sempre più ingestibile.
Ripetere quanto difficile sia diventato arrivare non più a fine mese bensì a fine giornata è come parlare al vento: è ormai chiaro che “non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire”, specie quando a riportare determinati fatti e alcune realtà è una Associazione rea di voler rappresentare i malcontenti collettivi, rifiutando così un falso ottimismo tanto comodo per chi lo sbandiera quanto deleterio per chi lo subisce! Ma additare la crisi economica e l'oppressione fiscale quale principale causa dell'esodo di Capodanno verso mete estere, ritenute più vantaggiose perché, come sostenuto da Federalberghi in un proprio comunicato stampa, a spingere gli italiani sarebbero probabilmente “tariffe più vantaggiose che non risentono del clima di oppressione fiscale nel quale le nostre aziende si trovano a lavorare” non ci sembra del tutto convincente.
Stando infatti alle segnalazioni e richieste di aiuto che giungono sia alla nostra Associazione che a tutte quelle di Associazione Consumatori Piemonte con la quale siamo federati, uno dei motivi che, a nostro dire, potrebbe aver spinto i consumatori a prenotare mete oltre confine è il mancato rispetto di un giusto equilibrio “qualità-prezzo”. In sintesi, se una cosa i consumatori, soprattutto nel mese di settembre, sono soliti contestare è che le strutture alberghiere nostrane non sempre rendono un servizio all'altezza di quanto pagato. Camere che non giustificano in alcun modo i costi di pernottamento richiesti, spazi ben diversi e di sicuro molto più angusti e limitati di quelli fotografati sui volantini o sui siti internet, personale non attento alle esigenze degli ospiti.
E se anche fosse vero che tutto ciò è da imputarsi all'oppressione fiscale e che dunque vi siano delle giustificazioni più che plausibili atte a spiegare per quale motivo si promettono camere vista mare dimenticando di dire che tra la finestra e la spiaggia ci passa un grattacielo (per cui l'unica speranza di vedere l'acqua è che anche il dirimpettaio tenga le sue finestre spalancate!) o perché, dopo aver garantito verbalmente accoglienza anche a chi ha con sé un amico a quattro zampe, gli si assegna poi l'unica stanza mai restaurata in cent'anni di attività e gli si impedisce di mettere piede nel 90% degli spazi comuni, di sicuro la delusione provata è tale da condizionare scelte e decisioni future. “Ci rendiamo conto che il presente sia difficile per tutti specie per chi ha investito tutta la propria esistenza nel settore del turismo e ha a che fare con clienti poco propensi a godersi una vacanza, laddove costretti a rinunciare a tutto pur di poter continuare a pagare tasse, mutui, affitti, canone RAI, bollette e cibo – sottolinea Laura Ferraioli, Presidente di Associazione Consumatori Serenissima – ma proprio perché stiamo parlando di una delle risorse più importanti del nostro Paese e di un comparto che tiene in piedi migliaia di lavoratori, di sbagli dovrebbero commettersene il meno possibile.
Tanto più che alla fine pagano sempre i giusti per gli ingiusti e chi lavora con professionalità e dedizione si ritrova a pagare le colpe di chi non ha la più pallida idea di come dovrebbe essere accolto un ospite e dunque un cliente. Per tale motivo altro non possiamo chiedere agli operatori che diano una maggior trasparenza alle proprie offerte contrattuali, adeguandole naturalmente anche sul piano economico al difficilissimo periodo. Se è pur vero infatti che, per mantenere in piedi determinate realtà, occorrono parecchi soldi, è altrettanto vero che la cortesia e l'ospitalità non costano nulla e quando si viene accolti da chi, in assenza di vasca idromassaggio, sauna e palestra ti offre però pulizia, cibo genuino, ambienti dignitosi e momenti confortevoli, la voglia di tornare anche per le festività successive potrebbe essere ben più allettante dal salire su un aereo per oltrepassare le Alpi”.