Il fatto in sè non mi suscita alcuna emozione. Il fatto che, suddividendosi in cento conventicole, in polemica tra loro, non si cava un ragno da un buco, e ancor meno scimmiottando i partiti "democratici" (vedi MSI-DN), è ormai da decenni così evidente che, per negarlo, occorrerebbe essere clinicamente cretini.
Ci vuole l'unificazione: bella scoperta !
Il fatto, però, è così ovvio, e a tutti palese, che da decenni, di unificazioni (verbali e, al massimo, pattizie) se ne son fatte a bizzeffe, e questa è una contraddizione in termini. L'unificazione non può essere plurima, sennò divente la negazione di se stessa. L'unificazione plurima si chiama frazionamento, dico bene ? Se non ci si libera, noi per primi, dall'infezione democratico-pluralistica lanciare appelli ai sordi è un'attività onanistica: non politica.
Non nego di aver preso parte col massimo impegno a buona parte di quei conati, al punto di averne addirittura determinati alcuni. Ma "errare humanum est; perseverare autem diabolicum". E, a un certo punto, quel "collaudo della realtà" di cui il Duce vivamente ci raccomandava di tener accuratamente conto, a me e ad altri, come voi tutti, ha parlato chiaro.
Se non si sono raggiunti gli auspicabili risultati, devono stati essere commessi alcuni errori. E di quelli, è soprattutto urgente venire a capo. Gridare " unità, unità !" non serve a nulla.
Ebbene: tutti i destinatari, diretti e indiretti, del presente appello, ben conoscono le conclusioni a cui sono giunto, insieme ai camerati che mi hanno onorato della loro fiducia.
Se il Fascismo consiste nel legame inscindibile tra pensiero e azione, garantito dal fatto che essere fascisti esprime soprattutto un "modo di essere"( in Tedesco: Weltanschauung), è la comunità di azione a quello ispirata, che può meglio determinare e rinsaldare quella di pensiero, soprattutto oggi, che i diabolici apparati per manipolare opinioni e conoscenze hanno raggiunto il potere e sviluppo ben noto.
E' quello che ci ha spinto ad affidare alla sinergia (azione comune, ed abitudine ad essa) il compito che le polemiche ideologiche avevano fallito.
Abbiamo cercato di dimostrare come il moltiplicarsi di patti sinergici favorisca, anzichè ostacolare, il raggiungimento, nelle coscienze prima che nelle strutture, di quell'unità sostanziale ( e soprattutto operativa ) che è assai più feconda (e meno vulnerabile ex adverso) dell'unità formale, con l'nevitabile e nefasto formarsi, in essa, delle "correnti" interne, embrioni delle scissioni.
Come ?- ci chiedevamo. Una scelta, l'abbiamo fatta.
Perseveriamo, con impegno e serietà legionaria, e avremo fatto nè più nè meno che il nostro dovere.
Lasciamo agli avidi quacquaracquà degli scranni verniciati di ideologie la gara di servilismo e di persuasioni subliminali. I servi nell'animo saranno con loro. Gli altri, unici capaci di fare la storia, con noi.
Pro-memoria da Rutilio Sermonti