(ASI) “Sul recente caso Ligresti, in molti hanno invocato il principio di eguaglianza, ipotizzando una disparità di trattamento rispetto alle altre persone ristrette.”
E’ quanto afferma in una nota Giuseppe Maria Meloni, responsabile di Clemenza e Dignità, che aggiunge: ”Tuttavia, riflettendo bene, il principio di eguaglianza non può concretizzarsi ed infatti non si concretizza, nel disconoscere appositamente i diritti e le garanzie, la complessiva situazione giuridica di una persona, perchè importante o abbiente, nel disconoscere, quindi, la situazione giuridica di una persona potente o benestante, al fine di creare una uniformità di massima.”
“Il principio di eguaglianza, - osserva - semmai si concretizza nel riconoscere altresì la situazione giuridica di tutte le altre persone che sono di modeste o umili condizioni economiche e sociali.” “In sostanza, - conclude - ciò che mina il principio di eguaglianza nel nostro Paese, non è il riconoscimento dei diritti delle persone fortunate ma è il mancato riconoscimento dei diritti delle persone svantaggiate, la mancata attuazione dell’eguaglianza sostanziale, ovvero, riprendendo la Costituzione, la rimozione di quegli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
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