Alcune realtà hanno cessato l’attività, altre sono ad un punto che le orienta verso questa scelta. I motivi vanno ricercati in una crescita vertiginosa dei costi non supportata da un congruo aumento del prezzo del latte.
Oggi questo viene retribuito come nel 1997 mentre i prezzi di produzione dello stesso sono, nello stesso arco di tempo, triplicati.
La trasformazione della Grifo Latte in Gruppo Grifo Agroalimentare aveva nelle volontà dei soci l’obiettivo di meglio remunerare il prodotto conferito, ma così non è stato.
Sorprende quindi l’entusiasmo del Gruppo Grifo, a partire dall’acquisizione della cantina di Amelia nel 2009, che dichiara di raccogliere successi, quando invece nella “divisione latte” remunera i conferenti con prezzi al di sotto di quelli dei mercati di riferimento dell’Italia centrale.
Da qui la preoccupazione per una gestione non in grado di dare risposte adeguate ai soci ed ai conferenti. L’ultimo bilancio ha chiuso con una perdita importante e questo ha portato apprensione negli allevatori.
Se lo scopo di ogni cooperativa è quello di valorizzare le produzioni dei soci garantendo loro un’adeguata remunerazione, la decisione di ampliare i settori produttivi, quali la “divisione vino” ed altri investimenti effettuati negli ultimi anni in settori non affini al latte, dà un contributo a perseguire questo scopo? Dal prezzo del latte corrisposto ai soci assolutamente no.
Non si capisce per quale motivo le problematiche derivate da altri settori si ripercuotano sui produttori di latte i quali non sanno quale futuro li aspetti, vedendosi vincolati a rimanere soci del Gruppo Grifo, a gestire le perdite aziendali fino al collasso economico ed alla chiusura della stalla senza che venga loro data la possibilità di tentare percorsi alternativi se non dopo avere affrontato costosi arbitrati e contenziosi.