Questa è una particolare divisa creata in Giappone da Satoshi Nakamoto, nome dietro cui si cela il suo misterioso inventore, da utilizzare con il sistema virtuale del peer-to-peer, lo stesso che consente lo scambio di file musicali in programmi come emule o winmx, la cui unita principale il bitcoin appunto può essere frazionata fino alla cento milionesima parte.
Per la verità i bitcoin non sono il primo o unico esperimento di moneta virtuale da utilizzare on-line ma è sicuramente il più riuscito. Ha dalla sua il fatto di essere totalmente anonima, blindata da un punto di vista crittografico, studiata appositamente per la rete.
Bitcoin è già diventato un vero e proprio fenomeno tra i maniaci di internet anche perché è un progetto, come si dice in gergo, open source, ovvero aperto e migliorabile da chiunque senza vincoli di copyright; la grande differenza rispetto alle monete tradizionali che siamo normalmente abituati ad usare consiste nel fatto che questa non è legata a nessuna banca o a qualche politica monetaria specifica e può essere coniata, o “minata” in gergo tecnico da chiunque, anche se non bisogna pensare di trovarsi in un mondo privo di regolamentazione.
L’ideatore di questa moneta ha infatti stabilito che ne fossero create un massimo di 21 milioni entro il 2040, attualmente ne sono in circolazione poco più della metà, per un controvalore di oltre un miliardo e mezzo di euro, emessi con una velocità che si riduce nel tempo; fino allo scorso novembre ne venivano creati 50 nuovi pezzi ogni 10 minuti, ora la quota si è dimezzata. Poiché l’ammontare totale della moneta è fissato, se la domanda sale, e la quantità non può essere incrementata, aumenta anche il prezzo aspetto che però potrebbe creare effetti speculativi, meglio metterne nel portafoglio il maggior numero possibile quando il prezzo è relativamente basso per rivenderlo poi quando questo sarà maggiorato garantendosi così un forte guadagno; poiché sono scambiati con altre valute sui siti web di cambiavalute, il prezzo viene stabilito giornalmente come tutte le altre divise, attualmente oscilla tra i 100 ed i 110 dollari, anche se nello scorso aprile aveva “sfondato” quota 200 sfruttando la crisi cipriota e venendo utilizzata da molti speculatori come bene rifugio.
Ovviamente la questione dei bitcoin non è priva di ripercussioni legali visto che l’Fbi ha già dichiarato che “costituisce una violazione della legge federale per gli individui creare una moneta privata o sistema di valuta che competa con il conio e la valuta ufficiale degli Stati Uniti” e tre settimane fa le autorità statunitensi hanno applicato anche a questa valuta le diposizioni antiriciclaggio in vigore negli States.
Appare ora opportuno capire meglio come funziona questa moneta: per utilizzare bitcoin è necessario scaricare un apposito programma che una volta installato sul proprio pc conserva un codice segreto che consente di utilizzare i bitcoin immagazzinati nel proprio “conto”. Per inviare questo denaro a qualcuno basta semplicemente conoscere la sua chiave pubblica, ovvero il suo numero di conto bitcoin.
I detrattori di questa moneta puntano in particolare l’indice sul fatto che tutti gli scambi si fondano su un rapporto fiduciario tra privati ed il fatto che essendo i codici bitcoin totalmente anonimi possono essere utilizzati per finanziare progetti illegali, come ad esempio il contrabbando di armi o il commercio di droga, anche se i sostenitori ricordano come tutti gli scambi che avvengono in rete possono essere facilmente controllati e tracciati dalle autorità preposte.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia
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