(ASI) Quando la vita di ciascuno di noi non presenta più quei limiti di dignità, di speranza, di vitalità che sono il minimo necessario per proseguire in un cammino che è e deve essere comunque di lotta, di conquista e di affermazione, allora non solo è lecito, ma è logico ed accettabile pensare di porre fine ad un’esistenza senza attendere supinamente che le circostanze ci conducano ad un’inutile sofferenza, al degrado fisico e psicologico ed all’abbrutimento che ne è l’inevitabile conseguenza.