(ASI) Abruzzo - Domani sera a partire dalle 18.00 rivivrá a Borgo Case Troiano di Spoltore (PE) la notte di San Giovanni. L'evento è organizzato dall'Associazione Fontevecchia con la collaborazione della Compagnia della Tradizione Teatina.
Ma cosa avviene in quella notte? La notte del 23 Giugno è la notte magica per eccellenza, il cosiddetto solstizio d'estate, legata, secondo antichissime tradizioni popolari, a profondi significati esoterici e religiosi.
Infatti, in concomitanza con il solstizio estivo, il sole raggiunge la sua massima declinazione positiva per poi riprendere il cammino invernale, e ha inizio l'estate.
Dunque, San Giovanni, è la festa solare per eccellenza, festeggiata sia in antichitá dagli antichi culti solari pagani, sia dal Cattolicesimo che ne ha ripreso il culto e in cui vede la vittoria schiacciante della luce sulle tenebre, del bene sul male.
La notte di San Giovanni è magica, poiché proprio il 23 giugno i pianeti ed i segni zodiacali concorrono a caricare di virtù le pietre e le erbe.
La notte di San Giovanni, è definita anche "notte delle streghe" che la tradizione vuole vedere danzare sotto un noce e raccogliere quella notte le erbe per le pozioni.
Secondo la tradizione esoterica, quella notte, la terra si imbeve di strani influssi, le erbe medicinali, bagnate di rugiada, acquistano maggiore efficacia. Il Felce maschio, ad esempio, nella notte di San Giovanni fiorisce e sfiorisce per il fatto che a mezzanotte lascia cadere il proprio seme e, chi lo trova, sarà fortunato e rinverrà, un prezioso talismano. Il Prezzemolo bollito e messo in infusione preserverà dall'invidia, dalla stregoneria e dal malocchio. Le ragazze, per trovare l'amore, dovevano, sempre nella notte solstiziale, strofinare sulla Mentuccia dei campi, la parte più intima del corpo. I Contadini, dal canto loro, erano fermamente convinti che inumidendosi il viso con le foglie di Tarassaco, imbevute di rugiada, avrebberero combattuto i malanni.
E' la notte in cui gli agricoltori di una volta accendevano dei faló per purificare la natura, scacciando i demoni e le forze occulte con aglio nei punti più bui e nascosti della casa, dove la benedizione del prete non arrivava, mentre si udivano i rintocchi delle campane e compiendo così anche un rito propiziatorio per la fertilitá della terra che dopo il raccolto aveva la necessità di essere purificata dalla rugiada per essere pronta a ricevere la nuova semina.
Il contadino, sempre nel corso della magica notte di giugno, usava interpretare il volo delle lucciole. A seconda della danza degli insetti, si tentava di indovinare l'andamento e quindi le fortune o le sfortune dell'anno agricolo affidandosi alla cabala della natura. Se le lucciole volavano rasentando i fossi si sarebbe trattato di un'estate torrida e siccitosa; se, invece, volavano lambendo i rami delle siepi e delle piante, portandosi verso l'alto, l'estate sarebbe stata fresca e piovosa. Un altro modo particolare per conoscere l'andamento meteorologico si otteneva esponendo dodici fette di cipolla, corrispondenti ai dodici mesi dell'anno. Nella mattinata del 24 giugno, le fette nelle quali la rugiada risultava più abbondante, indicavano i mesi più piovosi.
L'usanza e la pratica di raccogliere erbe e frutti nella notte di San Giovanni è ancor oggi in uso in molte zone della provincia italiana, ciascuna con una propria tradizione. Tradizioni misteriose e senza etá, usanze che si sono tramandate nel tempo che domani in terra d'Abruzzo rivivranno.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia