Presenti alla visione del film il sindaco di Perugia Vladimiro Boccali e il regista del film, Filippo Vendemmiati;quest’ultimo ha voluto mostrare un Ingrao che si presenta da sè, novantasettenne, umanamente e in tutta umiltà; la figura di un uomo, ex presidente della Camera, del partito comunista italiano negli anni ’80, che si rivela non tanto come politico, ma come essere umano, con le sue fragilità, la sua etica, i suoi principi. E le sue passioni: l’amore della sua vita, l’amata Laura, il cinema, la politica e la poesia.
Il film ha una struttura semplice, si svolge attraverso un dialogo a distanza tra un ragazzo, allegoria della gioventù di oggi, che tendenzialmente si stringe nelle spalle, dinnanzi allo scenario politico contemporaneo, e Ingrao, che ha dedicato tutta la sua vita alla politica e cui ora non rimane altro da fare che lasciarci i suoi tesori, il suo ricco bagaglio di esperienza. Uno scambio generazionale. Vendemmiati vuole dipingere non solo l’intensità della vita di quest’uomo, ma mettere il rilievo il suo lato poetico e sensibile, meno visibile agli occhi e nei libri di storia, celando la sua passione per Chaplin, per i film neorealisti, come “Roma città aperta” , “Ladri di biciclette”o “Paisà”, in particolare il finale dove i partigiani si cullano nel silenzio. Un uomo che si rivela per la sua semplicità, che si emoziona per piccoli gesti.
Ingrao capisce l’importanza del cinema non solo come momento di aggregazione, ma anche come strumento di penetrazione alle masse, come forma comunicativa; egli ci sollecita a non avere paura del nuovo e a ricercare i nuovi linguaggi. Ciò egli lo ha capito, toccando con mano la sua realtà natale, Lenola, un paesino della Ciociaria, impregnato, in quei tempi, ancora di “credenze medioevali”. Esalta il ruolo della poesia, che ha “capacità di alludere, dice cose che la politica non può dire”.
Un politico che ci credeva in ciò che predicava, che ripudiava la guerra, ritenendo che “la pace di prepara con la pace”, che ha avuto il coraggio, cosa poco comune di questi tempi, di ammettere i suoi errori e le sue sconfitte.
Diana Corvi-Agenzia Stampa Italia
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