"Gli affari sono la guerra, c'è competizione. Vince il più forte. Io voglio il futuro. Voglio vincere!"
(ASI) Quando si pensa al più famoso fast food del mondo la nostra mente collega immediatamente il nome di McDonalds; con le loro assillanti pubblicità, i deliziosi hamburger ed i loro punti ristoro posizionati in qualsiasi luogo, sono il simbolo del “mangi e mordi” e del capitalismo globale.
Eppure dietro a questo gigante della ristorazione, c’è una storia fatta di intuizioni, tradimenti e di patti non rispettati, questo è “The Founder”. Anni 50’, il venditore di frullati Ray Kroc (Michael Keaton) gira tutto l’Illinois per vendere il suo prodotto, senza tanta fortuna, fino a quando una chiamata gli fa percorrere mezza America per raggiungere un chiostro gestito da due fratelli nel sud della California( San Bernardino) per l’acquisto di ben 6 frullatori.
Kroc rimane fin da subito meravigliato dal metodo di ristorazione dei fratelli McDonalds: Vendita focalizzata in soli tre prodotti (Hamburger, patatine e Bibita) e consegna immediata. Capendo fin da subito la potenzialità del sistema, Kroc da semplice venditore di frullati diventa il promoter del franchising di McDonalds, acquistando con il tempo fama, meriti e soprattutto soldi, riuscendo alla fine ad appropriarsi il nome dei fratelli McDonalds.
La storia imprenditoriale dell’America è composta da tantissime storie, “The Founder” è sicuramente tra i più importanti, un punto cruciale per la globalizzazione mondiale Americana. Il film rappresenta la vera storia di Ray Kroc, colui che riuscì con grandi intuizioni a vendere a livello nazionale ed internazionale il marchio McDonalds. La pellicola ha una particolarità, rappresenta in vena critica l’atteggiamento che Kroc ha avuto nei confronti dei veri ideatori del fast-food. Il racconto lo possiamo dividere in due parti: nella prima parte c’è il Ray Kroc imprenditore, con tanta voglia di svoltare la sua vita; seconda parte con Kroc oramai nella scia del successo, avido e pronto a eliminare chiunque voglia intralciare i suoi piani. Se la prima parte la si trova movimentata, avventuriera e anche storica, non appena Kroc acquisisce potere, arriva il punto più antipatico del film. Il regista Hancock non si risparmia, mettendoci lati crudi da digerire, che fanno pensare al lato più pessimistico dell’imprenditoria. In effetti per fare tanti soldi, essere buoni può limitare le entrate, ed infatti se Kroc nelle prime aperture dei fast-food aveva entrate magre, è stato proprio per colpa del buonismo. Comprare terreni e soprattutto andare contro le volontà dei fratelli McDonalds ha permesso la scalata del successo, mettendo spalle al muro gli ideatori e soprattutto stracciare contratti che dovrebbero valere più di qualsiasi codice morale. Per non parlare del divorzio con la moglie, che ha rappresentato in pieno il cambiamento dell’imprenditore. Il film in pratica manda un messaggio negativo, il detto “ i soldi non fanno la felicità” viene totalmente stuprato ed anzi, facendo i soldi si acquisisce sicurezza, potenza e si può avere tutto quello che si desidera. Tralasciando questi aspetti, il film riesce a raccontare una storia affascinante, dove la parola "perseveranza" deve aiutare tutti noi a non mollare nei momenti di difficoltà e credere sempre nei nostri obbiettivi personali.
Le vittime della storia? i fratelli McDonalds, geniali nell’inventare il fast-food, ingenui ad inserire Ray Kroc, che al contrario seppur non avendo meriti di inventare, ha saputo vedere da lontano le capacità del nome McDonalds e che attualmente è il marchio più famoso dell’intero globo.
Carlo Sampogna - Agenzia Stampa Italia