(ASI) Venezia. Liberaci dal male. E’ il Male il focus narrativo del coraggioso ed audace docu-film di Federica Di Giacomo, “Liberami”, o meglio la lotta degli esorcisti e il dolore delle vittime possedute. L’opera mescola due linee narrative: una quasi grottesca con fatture e superstizioni con acqua e sale, formule strane, tipica delle nostre superstizioni e l’altra sconvolgente, mistica, complessa che coinvolge persone che soffrono profondamente e a cui né la scienza, né la medicina possono dare spiegazione.
Il protagonista, un esorcista siciliano Padre Cataldo fa capire che quando si tocca il tema dell’esorcismo spesso ci si trova di fronti a mitomani, persone disturbate, che distolgono l’attenzione da chi è effettivamente vittima del Demonio. La preghiera come unica via di salvezza e in questo caso il cinema che si fa portatore di questo importante messaggio. La Fede e la Speranza sono i perni su cui costruire un cammino di conversione verso il Bene per tutti coloro che si sono persi e sono prigionieri del Male.
Tanti si rivolgono a Padre Cataldo da anni per riuscire a riconquistare la propria quotidianità ed essere liberati una volte per tutte. Ogni anno, infatti, le Diocesi di tutto il mondo formano sempre più esorcisti, perché mai come adesso c’è l’esigenza di essere liberati dal Male. Un fenomeno sottotraccia, ma che sta diventando dilagante e che testimonia in un certo qual modo il profondo senso di malessere generale, che si riverbera in tutti gli ambiti della quotidianità.
Vedere come si mescolando sacro e profano, antico e moderno, Male e Bene nella quotidianità dei protagonisti dell’audace lavoro della Di Giacomo non può lasciare indifferente lo spettatore, che con quest’opera può scoprire una realtà quanto mai diversa e complessa.
Venezia non è stata indifferente a ciò. Per questo l’opera si è aggiudicata con merito il Premio “Orizzonti” per il miglior film, permettendo così a una giovane autrice italiana di affermarsi con una tematica quanto mai difficile e un forte impegno sociale e spirituale.
Daniele Corvi-Agenzia Stampa Italia