(ASI) S’impone nella sezione Prospettive Italia il film prodotto da Cattleya del bravo Francesco Amato Partiamo dalla fine. Uno sguardo intensissimo di Cosimo (Riccardo Scamarcio) e Nicole (la francese Clara Ponsot) che sembra a testimoniare che il loro amore è al centro di un loro intimo mondo.
“Non si sa se è aperto o che messaggio vuole trasmettere” risponde a una nostra domanda il regista Francesco D’Amato, poiché quella era la conclusione naturale della sua storia. Come si può capire il film è un’appassionante vicenda d’amore, che tocca anche la tematica del G8, con cui inizia il film e il multiculturalismo. Quello che emerge è la chiarezza di Amato nel aver disposto con coerenza un film d’amore, ma nello stesso tempo impegnato e distogliendo lo spettatore, che vedendo inizialmente il film penserebbe a un film sul G8 come quello di Vicari, che tra l’altro, confessa Scamarcio, girava vicinissimo a loro.
Un film di generazione con tanta musica, che è tra l’altro l’elemento che accomuna i due protagonisti, che dopo tanto vagabondare decidono di tornare a Genova e iniziare a lavorare per un amico, che organizza concerti. Tutto sembrerà magico, ma un incidente mette i due a un bivio, che condizionerà per sempre i loro destini.
Un film moderno, che ruota attorno a una passione libera da freni inibitoti, perbenismi, ristrettezze, pessimismo, ma che anche è ingenua e ha una sua purezza. Amato si ritiene soddisfatto soprattutto per l’esperienza umana e di come ci sia stato felling tra lui e i suoi collaboratori dai tecnici agli attori. In particolare ricorda con piacere le serate passate con Scamarcio e la Ponsot a riflettere insieme su come dare espressività e realismo ai suoi personaggi. Nonostante la paura di Scamarcio per entrare nella fossa dei leoni giornalisti e subire uno sberleffo in stile E la chiamano estate, si salva sia con il pubblico che con la crititca, grazie anche ad Amato, che si conferma, dunque, un regista interessante e questa vittoria ne è la riprova
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