Maltempo: Coldiretti, primo conto dei danni nelle campagne toscane. Dopo l’acqua che ha invaso le aziende si teme il freddo per fiori e ortaggi

(ASI) Centinaia di aziende agricole della Toscana sono state colpite dall’ondata di maltempo nelle campagne con terreni e vivai finiti sott’acqua, stalle, fienili e serre scoperchiate, trattori nel fango, alberi da frutto e olivi spezzati ma anche strade e vie rurali colpite da frane e smottamenti.

È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in Toscana sugli effetti della perturbazione con l’acqua che ha inondato anche magazzini pieni di semi e concimi e cancellato alcune vie di accesso alle aziende agricole. Gli agricoltori - sottolinea la Coldiretti - sono impegnati per spalare il fango nelle aziende e salvare il salvabile ma a preoccupare adesso è l’arrivo del freddo che rischia di danneggiare fiori e ortaggi nelle serre distrutte dal maltempo. Le coltivazioni sono più sensibili all’abbassamento delle temperature perché ingannate dall’ ottobre più bollente di sempre con una temperatura superiore di oltre 3,15 gradi la media storica del mese secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr, che rileva le temperature in Italia dal 1800, dalla quale si evidenzia che l’anomalia climatica stata più evidente nel centro Italia dove la temperatura ad ottobre è stata di ben 3,4 gradi superiore la media storica. Gli uffici della Coldiretti stanno monitorando la situazione ed offrendo assistenza alle aziende colpite alle quali vanno garantiti i sostegni necessari alla ripresa dell’attività in una situazione in cui a causa della cementificazione e dell’abbandono l’Italia ha perso quasi 1/3 (30%) dei terreni agricoli nell’ultimo mezzo secolo con la superficie agricola utilizzabile che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari ed effetti sulla tenuta idrogeologica del territorio per la minore capacità di assorbimento dell'acqua in eccesso. Il risultato – sottolinea la Coldiretti – è che in Italia oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 93,9% del totale) secondo l’Ispra hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane e alluvioni anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense. Per questo – continua la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – precisa la Coldiretti – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque. Servono – conclude la Coldiretti – investimenti anche grazie al Pnrr per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque con una rete di piccoli invasi, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti.

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