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Chieti. Cosa c'è veramente dietro il sequestro del centro raccolta rifiuti del comune?
(ASI)Abruzzo. Lettere e Video in Redazione - In questi giorni a Chieti è vera e propria emergenza rifiuti. Contemporaneamente alla notizia che verrà confluita nella discarica teatina di Casoni dell'immondizia proveniente da Roma, è arrivata la chiusura dei centri di raccolta dei rifiuti ingombranti del Comune di Chieti e precisamente di quello nell'ex rimessa filoviaria di Via Aterno a Santa Filomena e di quello presso il Centro Commerciale "Centauro" in Via Masci a Madonna del Freddo, considerati non idonei per legge ad effettuare questo servizio.

 



http://www.youtube.com/watch?v=H_GzpfLw3EY

Il centro nell'ex rimessa filoviaria è stato chiuso a fine marzo perché posto sotto sequestro dalla Finanza (ex art.322 c.p.p.) che ha posto i sigilli dopo un blitz della sezione aerea delle "Fiamme Gialle" che ha chiesto di eseguire interventi urgenti per rendere il centro a misura di legge; invece, il centro di raccolta del "Centauro"  è stato chiuso dalla stessa ditta appaltatrice del servizio di igiene urbana della città di Chieti l'Ati "Cns - Mantini - Formula Ambiente" per eseguire una serie di lavori urgenti finalizzati a rendere anche qui lo spazio a norma di legge. In particolare, per riaprire il centro di raccolta di Santa Filomena (dove l'Ati Cns-Mantini-Formula tiene il suo "quartier generale", parcheggia e lava i mezzi, effettua il trasbordo dell'umido fra i vari automezzi preposti e raccoglie i rifiuti inerti come televisori e frigoriferi), sono necessari interventi di circa 140 mila euro, che dovrebbero essere realizzati paradossalmente entro il 30 aprile (che è praticamente dietro l'angolo), che dovrebbero prevedere, tra le altre cose, di dotare l'area  oltre che di un pavimento impermeabilizzato di un sistema di raccolta delle acque reflue e piovane considerato che abusivamente le acque venivano scaricate nell'ambiente in un fosso vicino al sito tramite una condotta sotterranea considerata "fuorilegge" dalle "Fiamme Gialle". Mentre, il Centro di raccolta di Via Masci per essere riaperto abbisogna di essere dotato di una adeguata segnaletica e anch'esso di una pavimentazione impermeabilizzata.A tal proposito, la ditta Ati si è resa disponibile ad effettuare velocemente e anticipare il pagamento di questi lavori che comunque non dovrebbero essere di loro competenza in quanto, come spiega Giulio Foracchia (Direttore di commessa dell'Ati e custode giudiziario dell'area di Santa Filomena) l'azienda paga un regolare canone d'affitto al Comune di Chieti proprietario dell'area. Il Comune dal canto suo, come spiega Foracchia, dovrebbe concedere il prima possibile le autorizzazioni per effettuare gli interventi e cambiare la destinazione d'uso dell'area, altrimenti si dovrà per forza di cose spostare il centro in un altro sito, perché non si possono raccogliere rifiuti in un area considerata non idonea  e fuorilegge. Fatto sta che, attualmente,Chieti non ha un vero e proprio centro di raccolta dei materiali ingombranti in disuso. Un problema serio che ha ridotto di molto la qualità del servizio di raccolta dei rifiuti reso alla cittadinanza:  senza un centro di raccolta specifico, non basta l'impegno profuso dal personale, il ritiro dei rifiuti non può essere puntuale e la pulizia delle strade cittadine nolente o dolente ne risente.Tra l'altro non aiuta a risolvere la situazione di certo il "braccio di ferro" in corso tra il Comune e l'Ati che ha chiesto all'ente il pagamento di alcune spettanze regresse e non riconosciute subito. Sembra veramente assurda e paradossale questa situazione che rischia di ridurre Chieti a una discarica a cielo aperto senza un vero e proprio centro di raccolta dei rifiuti, sopratutto considerando che è stato proprio il Comune ad adibire il sito di Santa Filomena a centro di raccolta comunale dei rifiuti con una determina dirigenziale del gennaio 2011, senza però accertarsi prima se il sito di Via Aterno come quello del Centauro (che addirittura si trova nei pressi di un supermercato) erano a norma di legge per effettuare la raccolta. Da questa situazione resta, come al solito, danneggiata la cittadinanza che a fronte di un aumento delle tasse, ha un servizio di igiene urbana peggiorato e dovrà ora pagare i lavori di adeguamento dei siti gravati dalle eventuali sanzioni (multe) che ci saranno perché qualcuno, forse per superficialità e non curanza,   forse  per tutelare interessi diversi da quelli della collettività, ha sbagliato. Troppo comodo muoversi ora che è stata aperta una inchiesta. Il danno retroattivo probabilmente c'è stato e  nessun intervento sanatorio a posteriori potrà eliminarlo.

A tal proposito, sorge spontaneo porsi delle domande che chi di dovere dovrà rispondere per capire cosa c'è veramente dietro la chiusura e il sequestro del centro di raccolta rifiuti del Comune di Chieti, considerando anche che la Procura della Repubblica ha aperto una inchiesta:


Perché sono stati resi centri di raccolta rifiuti comunali dei siti che evidentemente non erano a norma per effettuare questo servizio?

 

Perché le aree di raccolta rifiuti del "Centauro" e di Via Aterno non sono state messe a norma prima che divenissero centri di raccolta dei rifiuti comunali?

 

La determina che ha stabilito che l'ex deposito dei bus di S.Filomena in Via Aterno è il centro di raccolta comunale è fuorilegge?

 

A chi ha probabilmente giovato tenere un centro di raccolta immondizia non a norma?

 

Quali eventuali interessi diversi da quelli della collettività ci sarebbero dietro questa vicenda?

 

Quando il Comune di Chieti concederà le autorizzazioni per i lavori di adeguamento alla ditta?

 

Chi risarcirà ora il  non ancora quantificabile eventuale danno ambientale causato da un centro di raccolta rifiuti non a norma per tutto questo tempo?

 

Chi è responsabile veramente dell'eventuale danno ambientale e del disservizio che subisce la cittadinanza?

 

Quando riapriranno veramente i centri di raccolta dei rifiuti comunali?

 

Crtistiano Vignali

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