(ASI) «Se Muammar Gheddafi non fermerà i bombardamenti e lascerà il potere entro le prossime 72 ore, non sarà processato per i crimini che ha commesso».
Così ha affermato ai microfoni dell'emittente Al Jazeera il capo dell'opposizione libica, Mustafa Abdel Jalil, ex Ministro della giustizia nell'entourage del Colonnello passato poi dalla parte dei ribelli. L'ex Ministro, parlando per voce del Consiglio di Bengasi ha proposto mediaticamente oggi la proposta al Rais.
Si rivela quindi falsa la notizia, definita una "assoluta sciocchezza" dal Ministro degli Esteri libico, circa l'ipotesi di una mediazione tra Gheddafi e le forze d'opposizione; elemento confermato in parte anche da un portavoce del Consiglio nazionale, Mustafa Gheriani, che ha dichiarato in merito: "Abbiamo respinto l'offerta avanzata da un rappresentante di Gheddafi, non tratteremo con chi ha sparso il sangue libico e continua a farlo".
Intanto si continua a combattere in Libia dove oggi l'aviazione sotto il comando di Gheddafi è tornata a bombardare i giacimenti petroliferi di Ras Lanuf.
Sempre più isolato quindi il leader libico: dopo le dichiarazioni di ieri del presidente Usa, Barack Obama, circa l'annuncio dell'ipotesi messa al vaglio di un intervento militare per risolvere i sanguinosi conflitti, anche l'Organizzazione della conferenza islamica, come la Lega Araba aveva fatto ieri, ha dato il suo assenso per l'istituzione di una "no fly zone" sopra i cieli libici.