(ASI) Non sembra placarsi la situazione in Libia: oggi le milizie del Rais Gheddafi avrebbero effettuato un raid aereo nei pressi dei giacimenti petroliferi di Ras Lanuf, apparentemente sotto il controllo delle forze ribelli; secondo altre testimonianze le truppe del Colonnello starebbero avanzando lentamente verso il sito.
E' di dodici vittime invece, secondo le autorità ospedaliere locali, il bilancio degli scontri nella località costiera di Ben Jawad, nell’est della Libia; la città era stata occupata sabato scorso dai ribelli nel tentativo di raggiungere Sirte, roccaforte del Rais.
Intanto Gheddafi torna nuovamente a parlare e, accusando la Francia di ingerenze verso il suo Paese, in una intervista rilasciata a "France 24" afferma: "L'appoggio di Parigi al Consiglio nazionale libico formato dagli insorti a Bengasi fa ridere. Noi facciamo parte alla lotta contro il terrorismo, perchè nel Paese c'è un complotto mosso da cellule dormienti e da piccoli gruppi di Al Qaeda. Dobbiamo sbarazzarci di questi traditori e sarà lo stesso popolo a farlo. L'immagine che in questo momento il mondo ha della Libia è distorta - aggiunge Gheddafi - abbiamo aperto le frontiere ai giornalisti stranieri affinchè possano valutare con i loro occhi la realtà delle cose".
Sale il bilancio degli scontri che continuano senza sosta da giorni: le Nazioni Unite, insieme ad altre organizzazioni non governitave, ha lanciato un appello per la raccolta fondi, pari a 160 milioni di dollari, al fine di aiutare e risarcire le migliaia di vittime uccise dalle forze di sicurezza rimaste fedeli al Colonnello.
Sono invece 200 mila le persone che, per sfuggire alle sanguionose repressioni, avrebbero lasciato il Paese: un'ondata alla quale potrebbero aggiungersi altri 400 mila immigrati secondo le stime del segretario generale delle Nazioni Unite incaricata degli Affari umanitari, Valerie Amos.