(ASI) Ben 27 titoli nazionali, 3 medaglie agli europei, 2 ori e altre 5 medaglie ai giochi del Mediterraneo, 5 vittorie in Coppa del Mondo e molto altro in un palmares arricchito da 4 Olimpiadi, da Sidney 2000 a Londra 2012, dal suo esordio in maglia azzurra nel 1994 ad oggi e da ormai otto anni impegnato nel doppio ruolo di atleta e di giudice internazionale. Ma in tanti anni di carriera, al campione di ginnastica Alberto Busnari (nella foto con l’azzurro Mario Gabossi) tesserato fino al 2004 con la Juventus Nova Melzo, entrato poi far parte del Gruppo Sportivo dell’Areonautica Militare, era mai capitato di vedere un atleta terminare il suo esercizio al corpo libero e correre verso il tavolo del giudice per stringergli la mano?

“Assolutamente no - risponde sorridendo Busnari, giudice d’eccezione delle gare di ginnastica dei “Trisome Games” 2016 - Al termine dell’esercizio dell’azzurro Mario Gabossi con i mie colleghi eravamo concentrati sui cartellini per assegnargli il punteggio. Nessuno di noi si è accorto che Mario era arrivato davanti al nostro tavolo per darmi la mano, ringraziandomi con un sorriso splendido. Oltre che singolare e divertente è stato un episodio davvero emozionante. Uno dei tanti che mi hanno regalato i Trisome Games”.

Ecco, facciamo un passo indietro. Com’è capitato ai Trisome Games?

“La mia storia con la disabilità è iniziata tanto tempo fa perché la Juventus Nova Melzo dove sono cresciuto come atleta collabora da sempre con una casa alloggio dove i nostri allenatori vanno per far fare esercizi di mobilità ai giovani ospiti. Nel 2000, in occasione della mia prima partecipazione olimpica, la mia società mi organizzò una festa dove ebbi l’occasione di conoscere i ragazzi della casa dei quali fino a quel momento avevo solo sentito parlare. Da subito è nata un’amicizia ed una frequentazione che dura tutt’ora. Per quanto riguarda invece la parte sportiva, ovviamente la ginnastica, il merito è tutto di Elena Bossi e del suo compagno Alessandro Muti, un ginnasta con il quale abbiamo condiviso la palestra fin da bambini. Un giorno mi chiesero di diventare testimonial dell’associazione “Giovani x i Giovani” per la quale entrambi lavorano promuovendo lo sport per gli intellettivi relazionali. Da li ho iniziato a seguirli fino a quando il tecnico internazionale Virna Duca mi ha chiesto di fare il presidente di giuria dei mondiali 2015 a Mortara e quest’anno alla prima edizione dei Trisome Games, di fatto una olimpiade per atleti con sindrome di Down”.

Un atleta del suo livello come osserva per poi giudicare questi ragazzi?

“Prima di ogni altro aspetto per me è un piacere - risponde Busnari - Fermo restando l’agonismo e la competizione per la quale questi ragazzi e i loro tecnici si preparano con dedizione e impegno, non si può non essere contagiati dal loro spirito libero, dalla gioia di essere protagonisti ma soprattutto dalla spontaneità nel fare il tifo per il compagno, nel correre a stringere la mano all’avversario o come nel caso descritto prima addirittura a chi deve giudicarli. Soprattutto con questi atleti il compito di un giudice è quello di capire cosa e come deve giudicare. Da atleta so bene cosa si prova prima, durante e dopo un esercizio. Vedere in loro tanta serenità a prescindere è ogni volta una grande emozione”.

A chi guardava ai Trisome Games con diffidenza gli atleti hanno risposto con prestazioni che soprattutto nell’atletica, nel nuoto, nel tennis e nel tennis tavolo metterebbero in difficoltà molti loro coetanei normodotati.

“Per chi conosce questo mondo non c’è stata nessuna sorpresa - riprende Busnari - questi sono atleti che si allenano seriamente con tecnici preparati. Chi pensa di primeggiare senza talento e impegno, oltre naturalmente all’organizzazione e ad una sana programmazione, è destinato a restare indietro. Noi possiamo insegnare a loro la tecnica ma loro hanno molto da insegnare a noi in tema di pulizia morale e cultura sportiva. Ecco perché sono convinto che sia sempre più utile a loro e a noi integrare l’attività nelle scuole e nelle grandi manifestazioni nazionali e internazionali”.

Da uomo di sport un voto ai Trisome Games fiorentini.

“Voto massimo a chi li ha fortemente voluti e all’organizzazione di un evento che ha messo insieme così tanti giovani, tecnici e accompagnatori provenienti da tutti e cinque i Continenti. Dalla cerimonia d’apertura nel centro storico in uno scenario unico alle strutture sportive di ottima qualità, per di più raccolte in un’area che somigliava parecchio ad un parco olimpico. E’ stato evidente il grande lavoro di preparazione e l’attenzione per ogni particolare gratificati ogni giorno dai sorrisi dei protagonisti. 10 con lode”.

 

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