(ASI) I protagonisti dei “Trisome Games” sono già rientrati ognuno nel proprio Paese, forse tornando con qualche difficoltà alla vita di tutti i giorni dopo aver vissuto, per diversi aspetti, una settimana sulla luna. Trasporti organizzati, strutture e impianti d’eccellenza e e accessibili, condivisione di passione e gioia senza limiti. Se per il comitato organizzatore la scommessa è stata vinta alla grande, questa prima edizione dei giochi riservati a soggetti con sindrome di Down è stata e lo sarà per sempre un fiore all’occhiello anche per la Federazione Italiana Sport Disabili Intellettivi Relazionali e il suo presidente Marco Borzacchini (al centro nella foto con la nazionale azzurra Fisdir di tennis tavolo vice campione del mondo).
“Non è un caso se dopo la prima volta dei giochi internazionali per persone con disabilità fisica nel 1960 a Roma anche la prima volta dedicata ai Down si è svolta in Italia - attacca Borzacchini - Per quanto ci sia ancora tanto da fare, in tema di disabilità intellettiva il nostro è certamente tra i Paesi tra i più evoluti. Non tanto per quanto riguarda le strutture ma per la cultura dell’inclusione sicuramente si. L’assenza di Paesi come la Germania e l’Olanda tra le 36 rappresentative nazionali di 5 Continenti, splendide protagoniste a Firenze, la dice lunga. L’essere avanti nell’inclusione sociale rende conseguente quella nello sport dove siamo un esempio per tanti e come nel caso dei ‘Trisome Games’ una locomotiva alla quale si sono attaccati volentieri tanti splendidi vagoni”.
Quella fiorentina è stata una settimana intensa per agonismo ma soprattutto per le emozioni e l’educazione civica messa in mostra dagli oltre 900 ospiti.
“Le rispondo con le parole che mi ha detto uno dei portieri degli alberghi che hanno ospitato le squadre quando gli ho chiesto di eventuali problemi emersi. ‘Di gente ne vedo e ne ho vista passare tanta e di ogni parte del mondo ma l’educazione, la pulizia e l’ordine di questi ragazzi sono merce rara’. Per noi che viviamo in questo ambiente da oltre trent’anni è ormai cosa scontata, soprattutto con i Down. Per molti è una piacevole scoperta che andrebbe sottolineata ogni volta per far passare il concetto che se messi nelle condizioni ideali questi giovani e meno giovani sono cittadini come gli altri”.
Nove discipline e 36 Paesi, Numeri destinati a crescere in fretta.
“Una volta partiti era inevitabile. In piena sintonia con la Su-Du, l’unione sportiva internazionale per atleti con sindrome di Down, stiamo svolgendo un grande lavoro di acquisizione aperto ad ogni disciplina sportiva già praticata. Proprio nei giorni precedenti ai Giochi il presidente della Federscherma mi ha informato in merito ad un gruppo di fiorettisti down, quindi già in attività ma come altri in altre discipline del resto. Al tempo stesso stiamo strutturando la Su-Du al meglio per precedere la scontata massa di richieste che ci arriveranno, soprattutto dall’America Latina dove i numeri sono impressionanti. Non penso di sbagliarmi dicendo che alla prossima edizione dei Trisome Games, tra quattro anni, probabilmente a Morelia, in Messico, i partecipanti saranno almeno il doppio”.
Piazza della Signoria è una mostra a cielo aperto di opere d’arte che il mondo ci invidia. In occasione della cerimonia inaugurale Palazzo Vecchio e il Perseo del Cellini hanno ammirato a loro volta il coloratissimo mosaico multilingue creato dai 900 dei “Trisome Games”.
“La sfilata nel centro storico e la cerimonia in Piazza della Signoria ci hanno regalato momenti ed un colpo d’occhio indelebili. Al sindaco Dario Nardella ho detto: le abbiamo portato il nostro mondo in un salotto”.
Quando si parla di necessità per favorire lo sviluppo Enti e Federazione partono dai soldi.
“Dire che i soldi non contano vuol dire vivere fuori dalla realtà. Con l’eco dei ‘Trisome Game’ speriamo di averne a disposizione più del poco che abbiamo. Ma prima dei soldi sono basilari organizzazione e programmazione. La storia dello sport Paralimpico insegna che nell’immediato siamo bravissimi se non i migliori ad arrivare alla vittoria. Infatti, alla prima volta di Firenze, nelle gare di altissimo livello del nuoto e dell’atletica i nostri ragazzi hanno fatto man bassa di medaglie. Ognuno può scegliere come perché fare sport. Con la Fisdir o con Enti di promozione come il Csi, la Uisp e ogni altro. In termini di agonismo dobbiamo però capire che senza un’organizzazione forte ed una precisa programmazione, tra quattro anni l’Italia dovrà scordarsi il primo posto nel medagliere ed impegnarsi a fondo per non scivolare nelle retrovie. Un esempio positivo è la Francia che in pochissimo tempo ha rimontato posizione su posizione, presentandosi ai Trisome Games con una rappresentativa corposa, preparata e ben organizzata. Quella è l’unica strada per crescere. Altrimenti chi sta arrivando e arriverà, ci sorpasserà inesorabilmente. Paralimpici e olimpici ne sanno qualcosa”.