(ASI) Del derby impresso nella storia del basket italiano tra Varese e Cantù è rimasto ben poco. Adesso ma non da quest’anno ancora meno visto che le due tifoserie non possono seguire le ripetitive squadre in trasferta.

Infatti, al PalaA2A di Masnago la gabbia imposta alla società varesina, unico esempio in Italia, per accogliere i tifosi ospiti è rimasta vuota e la curva nord varesina, per solidarietà con i “colleghi” canturini, si è animata solo a partire della secondo quarto. In campo lo spettacolo è quello che è. Di nuovo Cantù presenta coach Bolshakov mentre l’Openjobmetis è quella che sta facendo disperare i tifosi e innervosire coach Moretti. Il primo quarto lo portano a casa gli ospiti, più precisi e ordinati, mentre Varese appare sempre in ritardo (20-28). La regia di Cantù funziona meglio e nelle mani di Waters produce anche punti pesanti che staccano Maynor e compagni tutt’altro che reattivi. Il rientro negli spogliatoi di Varese avviene sotto un passivo pesante ma non come la colonna sonora di fischi (38-58). Il gioco riprende ma l’intensità è la stessa dei primi due quarti, uguale ad una partitella di fine stagione. Cantù svolge il suo compitino contro avversari che la guardano come le vacche al pascolo assistono al passaggio del treno. Gli unici ad arrabbiarsi tra i biancorossi sono Avramovic e Anosike che non a caso conquistano due punti al termine di un contropiede a due che sembra essere un segno di vita tanto che subito dopo anche Maynor sembra svegliarsi con una tripla che porta Varese a -14 (49-63). E in effetti la sveglia funziona anche per gli altri visto che ancora Maynor subito imitato da Bulleri e infine due liberi di Avramovic e uno di Anosike limano ancora lo svantaggio di Varese fino a portarlo a-2 sulla sirena che chiude il terzo quarto (69-71). La Curva Nord ricomincia a cantare ma Varese torna a litigare con il canestro mentre Cantù lo centra regolarmente. Pelle alza le braccia in difesa e per Cantù segnare diventa finalmente un po’ più difficile. Varese recupera palle ma il suo problema resta quello di non saperle trasformare in punti. La Rimonta di Varese finisce qui. Il canestro di cantù diventa piccolo piccolo e la squadra di Moretti non lo vede più. Un derby che non è più il derby, scandisce gli ultimi secondi con il pubblico di casa che se ne va in anticipo. Dopo aver regalato tre tempi, Varese lascia ai suoi avversari anche i due punti. La sirena scrive il finale: 82-92.

Tabellino

Openjobmetis Varese-Red October Cantù: 82-92  (20-28, 38-58, 69-71)

Openjobmetis Varese: Anosike 11, Mayor 32, Avramovic 16, Pelle 4, Buller 5, De Vita, Cavaliero 4, Kangur 3, Canavesi, Ferrero, Eyenga 4, Johnson 3. All. Paolo Moretti

Red October Cantù: Acker 2, Maresca, Baparapè, Carrillo, Laganà, Pilepic 11, Waters 25, Callahan 4, Kariniauskas 7, Darden 19, Quaglia, Johnson 24. All. Kiril Bolshakov

Paolo Moretti: siamo molto dispiaciuti per la sconfitta e perché non sono arrivati due punti nella partita più sentita dai nostri tifosi. L’impegno e la voglia di provarci fino in fondo è stato messo in campo. Quello che non abbiamo fatto nei primi venti minuti è perchè eravamo sempre in ritardo rispetto ai nostri avversari. Nel terzo quarto abbiamo trovato energie per migliorare arrivando alla possibilità di pareggiare il conto con due tiri liberi che invece abbiamo fallito ridando coraggio a Cantù. A rimbalzo siamo stati insufficienti e l’abbiamo pagato. Eravamo pronti per giocare una partita con la giusta determinazione. Non è stato così e verificheremo tra noi il perché di una falsa partenza inspiegabile. Kariniauskas

Kiril Bolshakov: Dedico questa vittoria a chi mi ha preceduto. Rimase Kurtinaitis ha fatto un ottimo lavoro, è una grande persona ed grande amico. Abbiamo giocato unnottimo primo tempo sotto ogni punto di vista. Nel terzo periodo si sono visti tutti i nostri problemi ma devo ringraziare i miei giocatori che con grande carattere hanno tenuto testa al ritorno di Varese mettendo al sicuro la vittoria. Da settimana prossima avremo un rinforzo che ci permetterà di allungare il nostro roster e di conseguenza aumentare le nostre rotazioni.

Roberto Bof - Agenzia Stampa Italia

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