Molte persone non comprendono l'importanza e la sensatezza del gioco più analizzato e praticato al mondo. Per la maggior parte del popolo, il calcio, è semplicemente uno sport interessante quando non si ha nulla da fare.
Che sia vissuto da tifoso, o praticato da calciatore, il giudizio della gente su di esso è quasi unanime. Ma il calcio, quello vero, è molto più di un regolare evento sportivo. Il calcio è vita, e come tale ha i suoi 'pro', oltre che i suoi 'contro'. Utilizzando una geniale metafora, potremmo considerarlo come una sorta di contenitore di emozioni. Chi non si è mai sentito sereno e nervoso guardando una partita di pallone? Chi non ha mai urlato contro l'arbitro, o contro la propria squadra, o contro l'equipe avversaria? Chi non si è mai sentito vicino al proprio team, ai propri "eroi", ai propri colori tanto amati e sbandierati? I tifosi veri, quelli in grado di disconnettersi dal mondo per rifugiarsi nella dolce e amara galassia calcistica, sapranno certamente dare una risposta che sfoci sensibilmente nel tanto osannato "concretum" hegeliano.
Evidentemente, nel gioco del calcio, lo stato dell'apatia, concetto filosofico tipico dello stoicismo, è un vocabolo utilizzato raramente. Vittorie e sconfitte fanno parte dello status di un organico che si occupa di sport. Ecco perchè gioia e dispiacere riescono facilmente ad amalgamarsi e concentrarsi in un mix sostanzialmente gradevole. Chi non impara a riconoscerlo, non può imparare ad amarlo. C'è chi continuerà a criticare e gettare commenti poco aulici. C'è chi proseguirà nel definirlo non andando oltre la parola sport. Il calcio non può non essere un passo verso ciò che si considera immenso. Il calcio, quello vero, è cacciatore della delusione e ricercatore dello spettacolo. Perchè infondo la vita, irrimediabilmente compromessa dalla corruzione e dal malessere, non ha significato senza la "galassia" più entusiasmente... e non stiamo di certo parlando della pur sempre suggestiva Via Lattea.
"Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget." Questa celebre frase fu pronunciata da Hendrik Johannes Cruijff, poliedrico centravanti olandese degli anni '60-'70. E se il gioco del calcio ha avuto tra i suoi grandi appassionati lo scrittore e filosofo parigino, Jean-Paul Sartre, un motivo ci dovrà pur essere...