(ASI) E’ incredibile, oltre che incomprensibile, l’involuzione tecnica, tattica, caratteriale del Perugia nelle ultime partite, con le pesantissime sconfitte, in casa contro lo Spezia e a Frosinone.
Scricchiolii, in verità, si erano intravisti anche contro il Livorno, ultimo in classifica, battuto al “Curi” con qualche affanno di troppo. Ancora c’era il mercato aperto e Serse Cosmi, che aveva da qualche settimana sostituito e preso il posto di Massimo Oddo, disse che avrebbero certamente fatto bene quelle sofferenze, perché erano e dovevano intendersi come un messaggio preciso per tutti, società e tifosi, quando si era ancora in tempo per porre rimedio, intendendo - questo suppongo abbia voluto dire il tecnico - qualche acquisto che potesse rinforzare un organico che seppure non di assoluto prim’ordine era stato comunque in grado di mantenere la squadra sempre in zona playoff e, in qualche momento, addirittura a ridosso del secondo posto in classifica. Ricordiamo anche, a quelli della memoria corta, il bel cammino in Coppa Italia con l’eliminazione di due squadre di A, il Brescia ed il Sassuolo, quest’ultima squadra dopo che aveva battuto, solo sette giorni prima, la Juventus, e dopo una partita giocata alla pari, seppure con gli straordinari interventi del portiere (di riserva!) Fulignate. E poi anche la sconfitta contro il Napoli al San Paolo è stata più che dignitosa con i partenopei costretti a vincere di misura e con due calci di rigore. Insomma abbiamo visto, e ammirato, giocatori di un certo spessore tecnico, non i fantasmi che ci sono apparsi in queste ultime settimane. Lasciamo il passato remoto e torniamo al passato prossimo: il mercato, sinonimo di travaglio e rovina, soprattutto per le piccole società. Lo dico da decenni. Perché quando c’è un calciatore in evidenza (ogni riferimento a Iemmello è voluto) c’è, fatalmente, qualcuno che fa di tutto, un mese prima del mercato e un altro mese durante il mercato, per condizionarne, in maniera volontaria o involontaria poco importa, le prestazioni ed il rendimento. Ho detto Iemmello, ma la questione, purtroppo, riguardava tanti altri giocatori. Poi, dopo infinite trattative, vere o presunte, non è partito nessuno. In compenso sono arrivati altri giocatori. Buoni, utili o no, vedremo. Finora non c’è stato nulla di straordinario. Come ho avuto modo di dire un’infinità di volte in questi mesi, quasi in splendida solitudine, i limiti strutturali del Perugia stavano, e stanno ancora, a centrocampo. Non c’è mai stato, in organico, un vero trequartista, un play, un uomo capace, per spessore tecnico ed esperienza, di innescare le punte. Non basta mettere un giocatore qualsiasi dietro gli attaccanti per dire che è trequartista. Non basta la posizione in campo, deve avere caratteristiche specifiche e particolari. Come peraltro avviene, ovviamente, in tutti i ruoli. Un attaccante è tale se segna i gol non perché sta lì davanti. E se non si creano le azioni offensive non si vincono le partite. Ricordate il Brescia dello scorso anno? Giocava ma in attacco aveva Donnarumma e Torregrossa che garantivano due gol a partita, l’unico modo per arrivare senza affanni in serie A. E l’Empoli l’anno prima? Aveva Caputo e Donnarumma e ha ottenuto lo stesso risultato. E il Pescara di Zeman di qualche anno prima, con Immobile ed Insigne? E’ stato sempre e sarà sempre così, non scopro nulla, lo voglio ricordare a chi parla di calcio senza conoscerlo. E quest’anno è la stessa cosa, il Benevento è già promosso in A perché ha segnato, grazie a due eccellenti costruttori di gioco come Benito Nicolas Viola e Perparim Hetemaj 41 gol e ne ha subiti solo 13 con una differenza reti di + 28. Il Perugia che pure ha in Pietro Iemmello il capocannoniere della serie B con 17 gol (9 rig.) quanti gol ha segnato su azione manovrata? Si contano sulle dita di una mano. Dieci, sui 27 totali, sono stati segnati su calcio di rigore, ma poi, a dimostrare uno squilibrio evidente e macroscopico, ci sono i 32 gol subiti con una differenza reti di – 5. Ecco perché l’acquisto di un trequartista vero come è (o dovrebbe essere) Learco Greco aveva fatto sperare un po’ tutti, Serse Cosmi per primo che lo aveva subito, e giustamente, schierato contro lo Spezia, ma si è visto, dopo pochi minuti, che non era in condizione. Ma mi chiedo: che senso ha prendere un giocatore che non è in condizione di giocare subito? A luglio può avere un senso perché c’è la preparazione, a fine gennaio, come facciamo di solito, è inutile e dannoso. E adesso? L’impietosa requisitoria di Serse Cosmi, nel dopo partita a Frosinone, deve dare una scossa ai giocatori. Si spera di poter recuperare, appunto, il già citato Greco o comunque sfruttare come si deve le fasce, ammesso che gli attaccanti non stiano a guardare “parcheggiati nell’area di rigore” come dice Cosmi. Dal 66’ quando Rohden ha portato in vantaggio il Frosinone e fino al 94’, quasi mezz’ora, Bardi, il portiere dei ciociari, non ha fatto una sola parata, vuol dire che il Perugia, che perdeva, non è stato in grado di fare un solo tiro in porta. Incredibile! Lunedì, nel posticipo contro l’Empoli, che intanto ha vinto contro il Pisa, e con 33 punti ha raggiunto in classifica il Perugia al 9/10 posto, c’è da lottare per cambiare atteggiamento. Il messaggio di Cosmi è stato netto e chiaro: “Io non ci sto con questo genere di partite”. I tifosi nemmeno.
Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia