La madre di tutte le partite è tutta qui, più o meno. Una madre sterile, che non partorisce creature indimenticabili, ma solo intensità in campo e sugli spalti, con settemila spettatori ed una nutrita rappresentanza di tifosi biancorossi che avrebbero meritato francamente di più per gli oltre 1.500 chilometri - andata e ritorno - che si sono sobbarcati.
Battistini opta per il 3-5-2 iniziale con Anania e Margarita laterali. E proprio sulle fasce vengono i problemi perché, dopo lo svantaggio, costretto a rimontare, il Grifo non riesce a creare cose rilevanti in quel settore nevralgico. Il Catanzaro gioca di rimessa, ma il Perugia non rischia praticamente nulla, a parte alcune situazioni intricate su punizioni battute lunghe da Quadri a sfruttare il vento che soffiava generoso alle spalle dei calabresi.
A inizio ripresa, Zanchi sostituisce Mocarelli e Balistreri rileva Borghetti. In campo si delinea adesso un 4-4-2 che restituisce un certo equilibrio al Perugia. Per 20-25 minuti i Grifoni comandano il gioco, tengono il pallino e arrivano con una certa continuità nei paraggi dell’area catanzarese. Ma lì si fermano, non riescono a trovare il corridoio giusto, eccetto una situazione pericolosa costruita sull’asse Clemente-Zanchi-Tozzi, con quest’ultimo che, appena dentro l’area, controlla male e si fa neutralizzare dal portiere di casa.
Visto che non si sfonda, Battistini a una dozzina di minuti dal termine, manda in campo anche Ferri Marini al posto di Benedetti. Ma, anche cambiando gli addendi, la somma rimane quella: zero occasioni, zero gol. La partita finisce 1-0 ed il Catanzaro riduce a due i punti di svantaggio, con una partita in meno giocata dagli uomini di Cozza, che hanno già osservato il turno di riposo.
Gli episodi hanno condannato il Perugia e se la vittoria del Catanzaro ci può stare, perché i calabresi hanno semplicemente sbagliato di meno, anche un pareggio non avrebbe fatto gridare allo scandalo, sul piano degli equilibri in campo e delle occasioni. Resta, però, l’insoddisfazione per il fatto che le due squadre, nello scontro diretto, non siano riuscite ad esprimere tutto il loro potenziale. In particolare, questo deve essere il rammarico del Perugia di Battistini che, certamente, ha rischiato poco, ma neppure ha collezionato occasioni tali e tante da evitare ai propri tifosi un certo qual retrogusto amaro per la sconfitta e per come è maturata.
Per fortuna dei biancorossi, c’è subito l’occasione di rifare la bocca: mercoledi è ancora campionato e al Curi salirà un’altra calabrese, la non trascendentale Vibonese. Dato che, oltre al Catanzaro, anche il Lamezia (pareggio a Gavorrano nel finale) si è avvicinato alla testa della classifica, è già ora, per il Perugia, di (ri)metterci il sapore corposo e deciso che è mancato oggi.
ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione