(ASI) 20 reti in dieci partite con sei vittorie esterne. Merito del calendario o colpa dei troppi incontri ravvicinati in un girone lungo millecento chilometri, da Fano a Milazzo? Quale che sia la verità, le squadre attrezzate meglio sembrano aver voglia di darci dentro. Già, la voglia, quella che ha trasformato il Perugia, re di domenica, a comprimario del mercoledì.
La Paganese ha ripreso la testa, vincendo a Fondi con Orlando, consapevole che i campionati si costruiscono contro quelle più piccole. Il Lametia fa 0-0 a Vibo, nel derby della Calabria tirrenica, alzi la mano chi si aspettava qualcosa di diverso. Poi, l’ammucchiata del terzo posto a 12 punti. L’Aquila vince a Milazzo, secondo logica e pronostico segnando in avvio. Il Giulianova manda a dire al Perugia come si vince ad Aversa senza soffrire, e si prepara ad aspettare i Grifoni domenica. Il Gavorrano, appassitosi Fioretti, cade a Isola Liri già dopo un quarto d’ora e non si rialza più. In mezzo il fantasma del Grifo, cui qualcuno dovrebbe raccontare la favola di Esopo sulla Lepre e la tartaruga. Quindi la tartaruga, appunto, l’Arzanese, che la favola l’ha mandata a memoria, specialmente dopo la delusione di Treviso a giugno. Con lei il Catanzaro, che ha già riposato, ed ha trovato le forze per vincere a Fano 2-1. Tutto in un quarto d’ora, dal 34’ al 49’. Il Campobasso ancora schoccato paga dazio anche ad Eboli, 2-0. Le reti, una in avvio e l’altra nel recupero. Forse la favola è finita. A centro classifica il Chieti, sbeffeggiato dal Neapolis in casa. Và sotto, pareggia e poi perde nel finale. Col risultato di essere affiancato in classifica proprio dai partenopei. Si tira su l’ Aprilia che maramaldeggia a Celano, sempre più sconsolato fanalino di coda con un punto. Rimane nei bassifondi anche il Melfi, con 3 punti che in realtà sarebbero 5. Nessun progresso neanche in questo turno, ma perché riposava. Domenica toccherà all’Ebolitana.