(ASI) Quando sono finiti i tempi regolamentari, diversi spettatori dei non molti presenti sugli spalti, hanno cominciato ad andarsene. Dopo novanta minuti di calcio certo non memorabile, sopportarne altri trenta è sembrato francamente troppo anche a chi di calcio vive.
Poi, dopo soli ventiquattro secondi del primo supplementare, è arrivato il gol del 2-1 di Clemente e, allora, qualcuno degli uscenti in anticipo, ha cambiato idea e si è rimesso a sedere. Ma di certo se ne sarà pentito, perché lo spartito non è cambiato e più insistente che mai si è affacciata nei pensieri di tutti la domanda “a che serve questo torneo così?”.
Lasciamo la risposta a chi si ostina ad organizzare la Coppa Italia di Lega Pro in giorni, orari e formule che sembrano fatti apposta per allontanare spettatori e interesse. Torniamo all’incontro del “Curi”che, lo scriviamo senza timore di smentita, non è stata una partita memorabile. Lo hanno riconosciuto un po’ tutti i protagonisti.
Sarà che hanno giocato, da una parte e dall’altra, i calciatori che in campionato non lo fanno (quasi) mai e non hanno nelle gambe il ritmo partita, né sono allenati a provare tra loro schemi e movimenti. Sarà che qualcuno di loro era reduce da lunghi infortuni e qualcun altro, giovanissimo, si è fatto prendere dall’emozione dell’esordio.
Però, qualcosina di più sarebbe stato opportuno che venisse offerto ai 474 spettatori paganti. In verità, va riconosciuto che gli aquilani ci hanno provato di più e meglio, per tutta la partita, mentre molti Grifoni non hanno dato mai l’impressione di volere o sapere calarsi nella tensione agonistica e mentale necessarie per interpretare l’impegno. Hanno deluso soprattutto i giovani, e dire che era proprio per loro un’occasione importante per dimostrare le loro ambizioni di insidiare i compagni titolari. Si sono salvati, invece, proprio i veterani, capaci di far pendere dalla parte del Perugia un incontro in cui è stata l’Aquila a giocare, creare occasioni e meritare di passare il turno. Alla fine, sono stati decisivi Clemente e Fabinho con i loro gol, Tozzi Borsoi, Cacioli e Cenciarelli con la loro generosità, con il giovane centrocampista capace di restare in campo oltre mezz’ora nonostante una distorsione al ginocchio che lo rende indisponibile per Nocera Inferiore.
Proprio sul prossimo, delicato impegno di campionato, si sono appuntate attenzioni e domande nel dopo partita, con i protagonisti sicuri nel garantire che la testa e le gambe non saranno quelle molli e poco reattive dell’incontro di oggi. C’è da crederci. E non solo perché meno di quello che si è visto con l’Aquila sarebbe difficile immaginare; ma perché, dopo la sconfitta col Pisa e le discussioni su moduli, tattiche e impiego ottimale dei giocatori di qualità, adesso c’è da fare i conti con la formazione che era e, per molti osservatori, nonostante la partenza lenta, resta la favorita del campionato. Solo il campo potrà rimettere punti fermi e concreti nella discussione. La quale, facile scommetterci, di certo continuerà: ma si spera che almeno stavolta si possa parlare a pancia piena.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia