(ASI) Perugia. Venerdì 24 marzo al Centro delle Pari Opportunità di Perugia, un pubblico numeroso ed attento ha seguito, con grande interesse e partecipazione, la presentazione del libro scritto dal magistrato, Giuliano Mignini: ‘Caso Meredith Kercher. Una vicenda giudiziaria tra due continenti’. A moderare l’evento era il giornalista- scrittore, Alvaro Fiorucci. Mentre Gianluca Galli, presidente della Morlacchi Editore ha coordinato i lavori.
Una ricostruzione dei fatti che ha fatto emergere delle novità che hanno suscitato un vivace, quanto interessante dibattito tra la gente presente e l’autore.
L’ex Pubblico Ministero ha spiegato il motivo che l’ha spinto a scrivere questo libro: “Su questa vicenda non è stata fatta verità, né dal punto di vista mediatico, né dal punto di vista processale. È rimasta questa ferita, questo vulnus all’ordinamento italiano. Non è stato posto riparo a questa ingiustizia. E soprattutto è stata diffamata ingiustamente la città di Perugia ed io personalmente. Ma più di tutti ha sofferto la famiglia di Meredith che non ha avuto giustizia. È per questi motivi che ho sentito il dovere di rendere testimonianza alla verità. Perché la verità è questa e sfido chiunque ha contestarmi.” Un libro ricco di particolari e di riferimenti dal quale emerge un conflitto sia politico sia nella narrativa nel raccontare ed interpretare i fatti. Ciò a causa di due visioni (americano-calvinista ed europea) della Giustizia. Per cui, il Pubblico Ministero italiano, appariva nei giornali d’oltreoceano come l’inquisitore, Bernardo De Guy , del libro di Umberto Eco, ‘ ‘In nome della Rosa’. Senza dimenticare che su questo caso sono state fatte pressioni e ci sono state ingerenze politiche e diplomatiche. Da qui l’appello lanciato allora dal Magistrato Giuliano Mignini che dichiarava: “Ricordo alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia che l’Italia è un Paese sovrano”. Inoltre, nel libro si parla, di un fatto davvero unico, ossia dell’incontro che è avvenuto di recente tra l’ex Pubblico Ministero e l’ex imputata, Amanda Knox, protagonista, insieme a Sollecito (entrambi, prima condannati ed infine assolti in Cassazione, n.d.r.). Un incontro facilitato da Don Sauro Scarabattoli. Un avvicinamento che fa venire fuori sia l’onestà intellettuale sia l’umanità delle due persone che hanno vissuto, da ambiti e posizioni legali diversi, il triste caso dell’omicidio giudiziario. “ Quando si ha la coscienza a posto non si ha paura di niente. Ci si incontra e si affrontano le situazioni.” Ha affermato ad Agenzia Stampa Italia, Giuliano Mignini. Infine, c’è del rammarico del Magistrato Mignini per il mancato sostegno da parte della politica in generale, incluso il Governo allora in carica.