(ASI) Teramo - L'11 febbraio 2023, in occasione del 44esimo anniversario della Rivoluzione Iraniana sciita che liberò il popolo persiano dalla dittatura dello Scià di Persia, ridottasi praticamente a essere un protettorato anglo - americano, si è tenuto, presso la sala conferenze dell'Hotel Abruzzi di Teramo, il convegno geopolitico e politico - religioso "Iran 2023: la Rivoluzione permanente di Ruhollah Khomeyni".
Ospiti del convegno che ho moderato personalmente sono stati: l'Iman di Teramo Mustapha Baztami che ha portato i saluti della comunità islamica teramana, e gli esponenti della comunità sciita italiana con Shaykh Abbas Di Palma (Presidente della Associazione Imam Mahdi) che ha esaminato la tematica dal punto di vista religioso e Hosseyn Morelli (Associazione Imam Mahdi) che, invece, ha sviluppato la questione dal punto di vista geopolitico e politico - internazionale, assente giustificata per problemi di salute l'Assessore al Bilancio del Comune di Teramo, Stefania Di Padova.
Quel giorno del 1979, l'imperialismo statunitense subì una grave battuta d'arresto e il diritto di autodeterminazione dei popoli sovrani trionfò sulla trappola della "gabbia dorata" del benessere materiale e sul miraggio di una vita migliore, tipica del Capitalismo globale per controllare i popoli e gli Stati. I Paesi diventano dei mercati che devono importare ogni prodotto per il loro fabbisogno e si indebitano economicamente di un debito inestinguibile.
Il convegno ha cercato di far conoscere i reali principi che sono alla base della rivoluzione iraniana che da oltre quarant'anni ha segnato in modo determinante gli assetti della geopolitica mondiale, la storia del Medio Oriente e del mondo islamico in particolare.
É necessaria una corretta informazione sulle vicende iraniane, poiché le diverse culture hanno spesso il vizio di interpretare con gli occhi propri, ossia con la propria visione del mondo, le culture differenti e questo é nella Scienza Politica, un metodo di analisi sbagliato.
A tal proposito, il nostro convegno di Teramo dell'11 febbraio 2023, sulla Rivoluzione Iraniana, è stato, al di là di alcune polemiche scoppiate, un evento aperto al confronto e al dialogo che si è prefissato il fine di fare chiarezza sulla situazione iraniana e dare una informazione corretta, ripulita anche dalle notizie strumentali contrarie al governo di Teheran.
L'esigenza di garantire dei diritti individuali e personali realmente e sostanzialmente, e non solo teoricamente e virtualmente, è sentita fin dagli anni Sessanta del Novecento, quando se ne é iniziato a parlare. Nel caso dell'Iran, i diritti che si vorrebbero veder tutelati che il governo di Teheran non tutela, sono spesso solo un pretesto strumentale per attaccare e screditare l'indipendenza di uno Stato sovrano non allineato con il sistema della finanza internazionale e dell'economia mondializzata. Non a caso l'Iran ha una banca di Stato totalmente pubblica, non usa più il Dollaro come moneta di riferimento per gli scambi internazionali, ma negli scambi con gli altri Paesi, la Persia ora utilizza altre monete, inclusi lo Yuan cinese, l’Euro, il Rublo russo, il Won sudcoreano e la Lira turca. Inoltre, l'Iran é altresì un paese produttore ed esportatore di petrolio con la "National Iranian Oil Company". L'Iran, possiamo dire, é al suo interno un paese ad economia socialista, dove gli organi religioni (alcuni dei quali elettivi a suffragio universale come l'Assemblea degli Esperti ogni otto anni che a sua volta ha il compito di elegge e revoca il Rahbar, ossia il capo di Stato, la cosiddetta Guida Suprema ) dello Stato svolgono prettamente una funzione di controllo degli organi elettivi a suffragio universale, affinché rispettino le leggi del Corano, senza ovviamente fare venire meno gli interessi nazionali.
In realtà, esistono Stati nel mondo islamico ed altrove, come ad esempio nella Penisola Arabica, dove i diritti umani sono molto meno tutelati che in Iran, ma non se ne parla pressoché mai, perché sono amici degli Stati Uniti che dalla fine della Guerra Fredda portano avanti una politica di egemonia imperiale che ha segnato il passo solo negli ultimi anni con l'espansionismo cinese e russo e in minor misura con la rediviva potenza neo - coloniale anglo - francese.
Invece, l'Iran é dalla proclamazione della repubblica islamica che non conosce pace, é stato osteggiato sia con le sanzioni, sia con l'invasione da parte dell'Iraq di Saddam Hussein che ha dato il via alla guerra Iran - Iraq (1980 - 1988), una inutile carneficina senza nessuna modifica territoriale. All'epoca, anche l'iracheno Saddam Hussein, salito al potere nel 1979, sunnita, a cospetto di una maggioranza sciita nel paese della Mezzaluna Fertile, con un governo laico (rifacendosi a volte al mito storico dei sovrani mesopotamici, altre a quelle del Saladino, anche lui sunnita, nato nel territorio dell'attuale Iraq a Tikrit), era elogiato dalla opinione pubblica occidentale come un capo di stato moderno e illuminato rispetto al governo islamico sciita dell'Iraq; ma, poi la musica cambiò quando anche Saddam invase il Kuwait e decise di controllare autonomamente la produzione e la distribuzione del petrolio, così anche il suo governo venne dipinto come sanguinario, dittatoriale e guerrafondaio. L'esempio di Saddam Hussein rende meglio l'idea di come gli organi d'informazione occidentali, in particolar modo quelli istituzionali cambino spesso idea a seconda della convenienza politica su questo o quel governo. Dunque, abbiamo ritenuto necessario un convegno che parli senza veli dell'Iran e della rivoluzione khomeyniana.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia
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