-Ci parli di com'è nata la sua volontà di convertirsi all'Islam...
"È cosa nota - ha risposto l'Imam Di Palma - che la nostra società sia stata vittima di una profonda crisi spirituale e non abbia saputo reagire a ciò che la modernità ha portato attraverso anche fenomeni storici come quello della Rivoluzione Francese, della Rivoluzione Industriale. La nostra società non ha saputo fornire delle risposte dal punto di vista spirituale e dunque è stato naturale andare a studiare il percorso di altre tradizioni. Questo mi ha portato a studiare il Corano, specie un versetto del Corano che dice "Volgi il tuo volto verso Dio" . Questa purezza e questo senso naturale di ritorno a Dio, perché il termine "fitra" in arabo significa proprio cercare di riappropriarsi di quella concezione ma soprattutto di quello stato che ormai è andato perduto dall'uomo.
Dunque, dopo tutta una serie di riflessioni seguite da esperienze, ovviamente, perché l'Islam è anche una religione comunitaria, si deve conoscere il prossimo e si parla di fratellanza. Tutta una serie di cose, quindi, mi han portato a riscoprire me stesso. E questa riscoperta di se stessi è ciò che viene definito Islam, non è una religione tra le tante. Nel Corano viene definita "la religione presso Dio", dunque l'Islam è lo stato naturale dell'uomo e si è trattato perciò di un passaggio estremamente spontaneo e naturale, un ritornare alle origini".
-Che differenza esiste tra l'Islam Sciita e l'Islam Sunnita?
"L'Islam è una religione che si basa su due cardini essenziali e fondamentali: quello del Corano e quello della tradizione profetica. Quest'ultima - ha precisato l'Imam sciita- in particolare quella dell'ultimo profeta Mohammed, viene definita "Sunna". Al fine di giungere a questa Sunna, di scoprire questa Sunna, si può passare attraverso vari canali. Uno è quello di far ricorso ai compagni in generale, quindi tutto quello che ci viene trasmesso, ovviamente secondo una via considerata autentica, da uno o più di questi compagni viene considerato Sunna.
L'Islam Sciita, onde giungere alla Sunna, si basa non su quello che in generale hanno riportato i Sahaba, ma si basa su quello che in particolare hanno trasmesso quelli che vengono definiti i successori del Profeta, la gente della casa, la famiglia del Profeta. Quindi è un canale particolare che necessariamente deve passare per Alì, che era un compagno del Profeta, era un Sahaba. Però nell'Islam Sciita c'è quest'enfasi particolare: per giungere alla Sunna del Profeta, il modo più sicuro appunto è quello di cercare di capire ciò che è stato trasmesso dall'Imam Alì, che nello Sciismo è considerato il primo successore del Profeta, quindi il primo Imam" ha spiegato l'Imam Di Palma.
-Perché essere Sciiti e non Sunniti?
"Quando viene posta questa domanda, - ci dice l'Imam sciita - uno potrebbe anche capovolgerla e spiegare perché essere Sunniti e non Sciiti: dipende un po' dai punti di vista e da come ci si approccia alla Sunna del Profeta. In particolare, come abbiamo detto in precedenza, vi è un canale particolare nello Sciismo, che aiuta a dedurre e a scoprire questa Sunna. Vi è una definizione in particolare da uno studente del 6° Imam Sciita, che definisce lo Sciismo in questo modo: gli Sciiti sono coloro che, per scoprire e identificare la Sunna del Profeta, fanno riferimento all'Imam Alì e quando vi è qualche divergenza su quanto ha detto l'Imam Alì, fanno riferimento all'Imam Jafar al Sadiq, che è il 6° Imam Sciita, a cui poi viene attribuita l'intera scuola di giurisprudenza sciita, definita oggi "jafarita" proprio perché appunto attribuita a lui. Quindi è tutta una questione di fonti, di studio e di discussione inerente a come ci si vuole approcciare alla tradizione del Profeta e al canale di trasmissione di questa tradizione'" ha commentato l'Imam Di Palma.
-Cosa viene distorto dai media occidentali quando si parla di Islam?
"Dai media occidentali viene distorto molto quando si parla di Islam, - ha affermato l'Imam Di Palma, purtroppo non solo non vi è una conoscenza di base sull'argomento però tante volte pare proprio che vi sia nel migliore dei casi un disinteresse totale dell'argomento e a volte anche malafede. Quindi è difficile imbastire un dialogo sincero, un dibattito intellettuale onesto, proprio perché manca la volontà di conoscere a fondo l'Islam, Sciita o Sunnita che sia. Sarebbe auspicabile avere un gruppo di studiosi, intellettuali e anche di giornalisti sinceri che si adoperino per una corretta trasmissione dell'Islam, che non è ovviamente proselitismo ma semplicemente una corretta trasmissione affinché si sappia l'argomento di cui stiamo parlando, senza secondi fini. Purtroppo questa cosa non la vediamo dalle nostre parti ma il nostro lavoro e il nostro impegno è far sì di cercare di dare un'opportunità a quelle anime interessate veramente alla conoscenza dell'Islam, per cercare di capire meglio questa religione che noi consideriamo l'unica via di salvezza e l'unica vera alternativa alla nostra società morente".
-Com'è la vita di un Islamico in Italia oggi?
"Innanzitutto, - ha spiegato l'Imam Di Palma f5il termine Islamico non compare né nel Corano né nei detti del Profeta, né nei detti dei nostri Imam. Si parla di Musulmano, per l'esattezza Muslim, quindi nel Corano viene fatta menzione del fatto che colui che si aggrappa alla salda corda dell'Islam è un Muslim, che in italiano viene in genere tradotto come Musulmano. La vita del Musulmano in Italia non è semplice perché ci sono tanti luoghi comuni da sfatare, perché c'è stato tanto pregiudizio e non è stato dato spazio alla comunità islamica di potersi presentare ad un pubblico che ancora non la conosceva. Ovviamente - ha aggiunto Di Palma - i mass media e la TV hanno giocato un ruolo fondamentale in questa distorsione. Dunque la vita non è semplice, molte volte non si riesce a correlazionarsi, d'altra parte bisogna dire però che ci sono tante persone sincere, molte delle quali hanno addirittura riscoperto l'Islam, hanno visto che se c'è una via di salvezza quella è proprio la naturale via dell'Islam, che non è una religione destinata solo a un particolare popolo o a particolari nazioni ma invece si tratta di una religione universale: è una chiamata universale all'uomo, all'intelletto umano e tante persone hanno risposto. Però dal punto di vista sociale non è facile dalle nostre parti perché, come dicevamo, non c'è mai stata una vera volontà di imbastire un dialogo ad armi pari, si è invece sempre cercato di condannare, di deridere. Non è un problema: il Musulmano è armato di Fede, quindi compie il suo dovere e il resto lo lascia a Dio" ha spiegato l'Imam sciita.
-Come valuta i tentativi mondialisti di creare una religione unica universale? Che ne pensa?
"Innanzitutto questi tentativi non mirano a creare una religione ma casomai a distruggerla. Vi è un intento - secondo l'Imam Di Palma - particolare ben noto e assai palese, che è quello di cercare di distruggere qualsiasi cosa di sacro e di divino in Terra, in particolare l'Islam perché è la religione viva: i Musulmani pregano in massa, digiunano nel mese di Ramadam, sono aggrappati a questa Fede così come altri, appartenenti ad altre religioni, non lo sono allo stesso modo. Quindi l'Islam rappresenta la religione viva, la presenza di Dio in terra e la sua volontà e, di conseguenza, dall'altra parte si cerca di distruggere questa religione, si cerca di cancellarla. Effettivamente - ha aggiunto l'Imam di nazionalità italiana - ci sono ambienti che cercano di creare non una religione unica e universale ma sicuramente un ordine mondiale unico ed universale, quello sì. È una cosa presente: creare un ordine unico e universale laddove non venga menzionato il nome di Dio, laddove Dio non sia presente e la religione sia solamente un fenomeno storico che appartiene al passato nel migliore dei casi. Questo fenomeno è presente e comunque dall'altra parte la comunità islamica è viva, è presente: la testimonianza di Dio c'è, il Sacro Corano è il Miracolo Vivente che abbiamo tra le nostre mani, è l'unico libro sacro che abbiamo ancora nella sua forma originale. Diciamo che ci sono queste due forze contrapposte che rappresentano in un certo senso quello che lo stesso Corano ci racconta 1400 anni fa, quando vediamo le due forze contrapposte, quella del monoteismo e quella del politeismo o dell'idolatria. Oggi c'è lo stesso scenario che vediamo in forme differenti e quindi si gioca su un piano simile e oggi assistiamo anzi alla continuazione di questo fenomeno che poi culminerà secondo quanto ci viene trasmesso nell'escatologia religiosa e spirituale islamica" ha concluso l'Imam Sciita Shaykh Abbas Di Palma.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia