(ASI) “È giunta l’ora di condividere questa memoria, senza ipocrisie. Memoria comune che se non può più poggiarsi sulle sentenze dei tribunali deve fondarsi sulla verità storica. E a questa si può ancora giungere attraverso una commissione parlamentare d’inchiesta che accerti le responsabilità di chi ha messo in mano a ragazzi di 18-20 anni armi da guerra, mitragliette, esplosivi determinando una vera guerra civile strisciante.
Non ci sono troppe speranze di riaprire i processi, ma capire se c’è stata una mano che ha mosso i fili della strategia della tensione sì, è possibile. Fare luce sarà il modo per risarcire chi ha sofferto”.
È quanto scrive il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia sul Messaggero di oggi primo firmatario della proposta di legge di istituzione di una commissione d’inchiesta sulla violenza politica tra gli anni ’70 e ’80 in occasione del 47^ anniversario della strage di Acca Larenzia.
“Quarantasette anni in attesa di capire perché la mitragliera Skorpion che uccise altre tre personalità politiche e sindacali, usata nell’azione sanguinaria, non fu tracciata e non portò all’individuazione degli assassini. È perfino banale che la parte offesa gridi ogni anno e in ogni modo la sua indignazione per indagini fatte all’acqua di rose e per il dolore che travolse un’intera generazione e i suoi figli, depositari del racconto di una persecuzione subita nell’impunità dai propri genitori. La strage di Acca Larenzia rappresenta per questa incredibile somma di circostanze orribili un punto di non ritorno”.
“È giunta l’ora – ha concluso Rampelli - di condividere una memoria comune che, se non può più poggiarsi sulle sentenze dei tribunali, deve fondarsi su una verità storica che dia risposte alle morti assurde di ragazzi di destra e di sinistra”.“Rispetto all’episodio della targa ribadisco quanto già dichiarato, chi vuole la pacificazione non prende a picconate le lapidi, a prescindere dai loro contenuti, che io e la mia parte politica non condividiamo. Nella mia cultura la vita e la morte contano più delle ideologie e avrei detto le stesse cose a parti invertite, con un sindaco di destra che avesse stabilito manu militari la rimozione di una targa alla memoria di un ragazzo ucciso a vent’anni, seppure con contenuti totalmente non condivisi. Ma già so che questa ipotesi non si sarebbe mai concretizzata”.