(ASI) Abruzzo - Alle falde del Gran Sasso centro - orientale, c'è Bisenti, paese nella Vallata del Fino in Provincia di Teramo che avrebbe dato i natali a Ponzio Pilato (il governatore della Palestina quando Gesù Cristo sarebbe stato condannato alla Crocifissione), almeno secondo un antichissimo racconto della tradizione popolare locale che affonda le sue origini nella notte dei tempi, sospeso tra storia e leggenda.
A Bisenti, in Via del Pastificio, ci sarebbe addirittura la casa natale del famosissimo magistrato romano, nominato da milioni di fedeli che recitano "Il Credo" in tutto il mondo.
Ponzio Pilato sarebbe stato scelto per svolgere il ruolo di governatore della Giudea anche per le sue origini, come sostenuto da Graziano Paolone, storico locale, autore, a quattro mani con Angelo Panzone del libro "Io Ponzio Pilato di Bisenti" (Ediz. Ricerche & Redazioni 2015).
A tal proposito, abbiamo posto alcune domande a Graziano Paolone sul suo
libro e sulle eventuali prove a fondamento storico dell'origine bisentina di Ponzio Pilato:
1) Qual è stato il fine del vostro libro su Pilato?
"La finalità è quella di fissare il contesto storico in cui si è sviluppata la leggenda dei natali di Ponzio Pilato a Bisenti" afferma Graziano Paolone
2) Dalla vostra ricerca storiografica su Pilato quali verità sono emerse?
"Sui natali di Ponzio Pilato ci sono in Italia molte leggende, ma nessuna è declinata perfettamente come quella di Bisenti che spiega le ragioni per cui Pilato sarebbe nato nella Vallata del Fino, considerando che la zona era chiamata Palestina Picena", sostiene Paolone.
3) Cosa si intende per "Palestina Picena"?
"Bisenti era un’antica colonia romana, questo è dimostrato dal ritrovamento di una stele epigrafica di età repubblicana, che attesta la presenza di magistrati. Essa è ubicata nell’antico percorso della via "ad salinas", rotta commerciale ancestrale del sale più antica per molti storici della Salaria propriamente detta. Gli agrimensori, chiamavano questa terra "Palestina Piceni". Era un'area colonizzata dai popoli della terra di Cana (Amorrei, Ebrei, Filistei) che dopo la distruzione del Primo Tempio di Gerusalemme (nel 586 a.C. a opera del sovrano babilonese Nabuconodosor n.d.r.) e la conseguente diaspora (Esilio Babilonese n.d.r.), si spostarono lungo la costa adriatica, entrando in contatto con la popolazione locale, influenzandone lo stile di vita, la lingua, la cultura, le abitudini alimentari e lo sviluppo tecnologico. In quest’area dell’Abruzzo, si parlava l’Aramaico e si praticavano quelle tradizioni simil-giudaiche la cui conoscenza avvantaggiò Pilato nella nomina a governatore della Giudea. Proprio per questo - ha spiegato Paolone - il nostro dialetto ha una influenza aramaica, vedi ad esempio il termine "bardisce", dall'Aramaico "Bar -Enash", figlio dell’uomo per indicare i figli legittimi ( Daniele 7, 13); anche l'introduzione dell'uliveto ha probabilmente origine in quel periodo. Tra l'altro, a Bisenti, nei sotterranei di quella che viene considerata la casa natale di Ponzio Pilato (l'edificio ha caratteristiche medievali con nel lato settentrionale dei ciottoli, basamento del vestibolo di un’antica domus n.d.r.), c'è un pozzo di epoca romana, un "qanat", un sistema idraulico sotterraneo, opera idraulica che porta a destinazione l'acqua direttamente dalla falda acquifera, come avviene nelle zone con carenza idrica, e uno di questi sistemi passa proprio sotto la casa di Ponzio Pilato, attraversa tutto l'abitato fino a Fonte Vecchia nel sud - est del paese, molto simile a un impianto di approvvigionamento che porta l’acqua da una sorgente di Atam a Gerusalemme, fatto costruire in Palestina proprio da Ponzio Pilato (vedi a tal proposito lo storico giudaico Giuseppe Flavio n.d.r.).
"La leggenda, essendo declinata perfettamente, parte dall'avo di Ponzio Pilato, Ponzio Aquila, appartenente alla famiglia dei Ponzi di origine italico - sannita, una stirpe di militari, tra cui vi era Ponzio Aquila, Cesaricida che aveva partecipato alla congiura delle Idi di Marzo contro Giulio Cesare. I Cesaricidi, appartenenti a famiglie nobili, vennero mandati al confino e i Ponzi furono esiliati nella colonia romana di Bisenti (nell'agosto del 43 a.C., pochi giorni dopo l'elezione dei nuovi consoli Gaio Giulio Cesare Ottaviano e Quinto Pedio, su proposta di quest'ultimo, il Senato di Roma approvò la "Lex Pedia de Interfectoribus Caesaris" contro coloro che collaborarono nella congiura che portò all'uccisione di Cesare n.d.r.). A ulteriore testimonianza del fatto che Pilato è originario di questa zona c'è da dire che la moglie Claudia Procula era probabilmente di Atri, figlia illegittima dell’imperatore Tiberio".
5) Come è strutturato il libro?
"Il libro va a delineare il contesto storico, ma in maniera olistica (cioè nel suo complesso, nella sua visione d'insieme n.d.r.), perché, ad esempio, analizza non solo la storia di Ponzio Pilato, ma anche quelle del centurione Longino di Lanciano e del centuriore Cornelio di Mutignano ( antico borgo, oggi frazione collinare di Pineto in Provincia di Teramo n.d.r.), perché, in realtà, parlare solo del discorso di Ponzio Pilato di Bisenti, è riduttivo, non a caso negli Atti Apostoli si parla di Coorte Italica, riferita all'unità dell'esercito romano stanziata in Palestina a cui appartenevano ovviamente anche i legionari abruzzesi. Il nome "Italia", è nato in Abruzzo, proprio a Corfinio (nel 90 a.C. circa con la Guerra Sociale n.d.r.). Pilato, ma anche Longino di Lanciano, il legionario romano che seguì la fine della vita di Gesù, diventandone testimone di fede, erano due militari, appartenenti alla Coorte Italica, alla stessa legione, inviati in Giudea perché ne conoscevano le tradizioni e la lingua, i quali una volta tornati a casa avranno probabilmente raccontato le loro esperienze di vita. Forse - ipotizza Paolone – il primo Cristianesimo occidentale è nato proprio qui in Abruzzo".
6) Ci parli del significato del lavarsi le mani di Ponzio Pilato....
"Il lavarsi le mani di Ponzio Pilato ha un significato diverso da quello che intendiamo oggi ( vedi anche Deteuronomio, Capitolo 21, versetto 6). Se Pilato era vissuto nella terra della "Palestina Picena", aveva appreso qui le tradizioni simil - giudaiche, le quali prevedevano che, nel momento in cui venivano effettuati dei sacrifici, c'era tutta una prassi rituale da seguire che comprendeva tra l'altro il lavaggio delle mani. Nei vangeli apocrifi di Nicodemo e Gamagliele - ha continuato Paolone - la figura di Pilato viene analizzata in modo introspettivo e appare in maniera diversa, come una sorta di mezzo che permette al Cristo di compiere la sua missione. Ponzio Pilato. - ha spiegato Paolone - si lava le mani per una funzione purificatoria, perche sta per compiere un sacrificio, cioè probabilmente quello del Cristo fatto uomo".
Nelle zone interne dell'Abruzzo, danneggiate dai terremoti (del 2009 e a cavallo fra il 2016 e il 2017), dalle grandi nevicate (degli inverni 2012 e 2017), le cui popolazioni oggi vivono una nuova diaspora verso la costa, la ricerca in loco delle origini del Cristianesimo e dei misteri che avvolgono la passione del Cristo, potrebbero essere un volano per il riscatto economico di queste terre con lo sviluppo di percorsi turistici - esperenziali, anche se attualmente non vi è ancora rilevante attenzione da parte delle istituzioni verso questa risorsa. Tra l'altro, nella zona della cosiddetta "Palestina Picena" stanno girando un cortometraggio proprio su Ponzio Pilato da Bisenti, col regista catalano Francisco José Fernandez, che avrà come scenario principale proprio la località San Pietro di Bisenti, dove il paesaggio è un concentrato delle eterogenee bellezze geomorfologiche abruzzesi ossia il mare, la montagna e le colline verdi. Il film si concentrerà sulla storia intima di Pilato, focalizzandosi sui suoi ultimi giorni di vita.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia