(ASI) "In occasione dell'anniversario del rogo di Primavalle del 1973, nel quale persero tragicamente la vita Virgilio e Stefano Mattei, esprimiamo, come sempre, il massimo rispetto e cordoglio per il dolore della famiglia. Non vi è alcuna ambiguità possibile di fronte a una simile tragedia umana, che ha segnato profondamente la storia della nostra città.
Tuttavia, questo episodio – isolato, circoscritto e figlio di un contesto storico segnato da forti tensioni sociali e politiche – non può essere strumentalizzato dalla destra per imporre una lettura falsata del passato. In particolare, respingiamo con fermezza ogni tentativo di rilanciare, proprio a partire da questa vicenda, la retorica della "memoria condivisa" e della "pacificazione nazionale". Non esiste, e non può esistere, una memoria condivisa tra chi ha lottato per la democrazia, la libertà e la giustizia sociale, e chi ha difeso o continua a difendere la nefasta eredità delle pagine più buie della nostra storia. Chi oggi pretende una "memoria comune" è spesso lo stesso che nega la matrice fascista delle stragi di Stato, che celebra alti dirigenti repubblichini come Almirante, che conserva come reliquie i busti di Mussolini nel suo salotto, che tenta di cancellare le radici antifasciste della nostra Repubblica e negare il ruolo della Resistenza, che avvalora tesi complottiste e razziste come quella della sostituzione etnica, che perseguita e umilia i poveri disperati che tentano di raggiungere il nostro Paese, fuggendo da guerre e fame di cui siamo anche noi responsabili. Non accetteremo mai l'equiparazione tra chi ha combattuto per emancipare le classi popolari e chi ha tentato con la violenza e lo stragismo di fermare l'avanzata democratica, spesso con la complicità di apparati dello Stato. La storia non si cancella, non si appiattisce e soprattutto non si riscrive a comando. La memoria è, per noi, memoria partigiana. E la verità storica non può essere sacrificata in nome di una falsa e ipocrita riconciliazione utile solo a chi vuole criminalizzare l'antifascismo per giustificare ideologie nefaste che hanno portato il Paese in un baratro". Lo dichiara In una nota Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale e co-Segretario della Federazione romana di Rifondazione Comunista.