(ASI) Teramo – Nel 2018 dovrebbe esserci nei “Laboratori Nazionali del Gran Sasso” (LNGS), appartenenti all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), considerati i più grandi laboratori sotterranei del mondo, l'esperimento SOX che preoccupa alcuni cittadini e associazioni ambientaliste per la presenza di materiale radiattivo.
A tal proposito, noi siamo riusciti ad intervistare il Prof. Marco Pallavicini, responsabile del progetto SOX, a cui abbiamo posto delle domande per saperne di più:
Non tutti conoscono esattamente le attività che svolgono i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, di cosa vi occupate esattamente sotto le viscere della montagna?
“In natura esistono processi fisici che non possono essere studiati sulla superficie della Terra. In particolare, a livello del mare siamo continuamente investiti da una pioggia di particelle elementari di origine cosmica (circa 200 particelle al secondo per ogni metro quadrato) che impediscono alcune ricerche, quali ad esempio lo studio dei neutrini solari, la ricerca della materia oscura, lo studio delle proprietà del neutrino con decadimenti nucleari rari e altre. I Laboratori Nazionali del Gran Sasso sono un luogo ideale per queste ricerche.
I circa 1400 metri di roccia riducono la radiazione naturale di circa un fattore 1 milione per quanto riguarda le particelle cariche e di circa un fattore 1000 per i neutroni.
Anche grazie al lavoro di selezione, purificazione dalla radioattività naturale e controllo dei materiali di cui sono fatti i rivelatori, dentro i laboratori si hanno le condizioni ottimali per queste ricerche”.
Cosa è l'esperimento SOX? Vorremmo avere delle delucidazioni tecniche in merito e sapere a cosa servirà eventualmente questo esperimento per il progresso degli studi in campo fisico - nucleare...
“SOX è un progetto di fisica del neutrino che sfrutterà la straordinaria sensibilità e bassissima radioattività dell’esperimento Borexino con una sorgente di anti-neutrini innovativa e pulita per verificare l’esistenza o meno in natura di specie di neutrini ulteriori oltre ai tre noti. La sorgente di anti-neutrini sarà alloggiata in prossimità di Borexino per studiare le oscillazioni dei neutrini a corta distanza. Le caratteristiche di Borexino e della sorgente rendono SOX un esperimento unico al mondo e altamente competitivo. Se osserverà oscillazioni non previste potrà dimostrare l’esistenza di nuove specie di neutrini molto debolmente interagenti che nel linguaggio tecnico della fisica teorica sono detti “sterili”; se non osserverà nulla potrà chiudere un dibattito scientifico che è in corso da due decenni”.
Quali rischi concreti ci sono per la popolazione e per l’ecosistema?
“Nessuno. La sorgente è realizzata con una doppia capsula sigillata idonea a garantire il totale e sicuro contenimento del materiale radioattivo anche in presenza di eventi incidentali.
La capsula sarà contenuta e inseparabile da un contenitore di Tungsteno spesso 19 cm che garantirà sicurezza per le persone e per l’ambiente, anche in caso di eventi come incendi, allagamenti, terremoti. Sottolineo che i requisiti scientifici che hanno guidato il progetto della sorgente sono molto più restrittivi di quanto richiesto dalle leggi e dalle norme di radio-protezione”.
Cosa si sente di rispondere alle associazioni ambientaliste che sono contrarie all'esperimento SOX?
“I dubbi e anche i timori sono legittimi e meritano il massimo rispetto, ma sono infondati. Non solo abbiamo ovviamente seguito con scrupolo ogni norma nazionale e internazionale, ma siamo in realtà andati ben oltre, mettendo in opera tutti gli accorgimenti e le soluzioni atte a rendere l’oggetto completamente sicuro e semplice da utilizzare anche per noi operatori. Sono a disposizione per incontri, dibattiti e confronti con chiunque desideri chiarimenti o approfondimenti”.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia