(ASI) Il termine "bullismo" racchiude l'insieme di azioni messe in atto da uno o più bambini/adolescenti definiti "bulli", nei confronti di altri bambini/adolescenti definiti vittime. Per parlare di bullismo tali azioni devono essere continue e ripetute nel tempo. Il bullismo può essere diretto o indiretto. Nel primo caso l'offesa verbale e/o fisica nei confronti della vittima è esplicita. Nel secondo caso l'offesa si manifesta attraverso l'isolamento e l'esclusione della vittima da gruppi di pari oppure tramite diffusione di voci non corrispondenti al vero atte a screditare la vittima stessa agli occhi degli altri. Quando le offese si manifestano tramite l'uso di telefoni cellulari, di internet o di servizi di messaggistica, si parla di Cyberbullismo. Le vittime possono essere colpite a causa dell'aspetto fisico, per via del sovrappeso o del sottopeso, o per come si vestono. Nella vittima si osservano riduzione dell'autostima, rifiuto della scuola, attacchi di panico, ansia, disturbi del sonno, disturbi del tono dell'umore. Il bullo si presenta non empatico, spavaldo ed aggressivo. Nei confronti della vittima si comporta sempre in maniera aggressiva, picchiando, offendendo e mettendo in discussione sia l'autorità genitoriale sia l'autorità scolastica. Appare fortemente manipolativo. L'osservazione è la prima difesa che possiamo adottare nei confronti del bullismo. I genitori devono prestare molta attenzione ad un figlio che rientra a casa ed appare silenzioso, tendente all'isolamento. Il rifiuto della scuola, il non voler frequentare i compagni di classe, l'assenza dalle feste di compleanno, tutti segnali da non sottovalutare. Il primo approccio terapeutico è rappresentato dalla psicoterapia familiare. Bisogna aiutare la vittima nella elaborazione dei propri vissuti. Dal canto loro i genitori non dovranno commettere l'errore di giudicare i figli o adoperare frasi del tipo: "impara a difenderti" o "se ti fai mettere i piedi in testa adesso, da grande cosa farai?". Niente di più sbagliato. È fondamentale riacquistare l'autostima, la fiducia e la sicurezza nei propri mezzi. Per farlo servono comprensione e collaborazione che devono partire dal nucleo familiare per poi svilupparsi attraverso la psicoterapia.
Dottor Raffaele Garinella- Agenzia Stampa Italia