(ASI) Dici motociclismo e pensi a Valentino Rossi. Il 31 marzo 1996 in sella all'Aprilia, Valentino Rossi fa il suo esordio nel motomondiale, categoria 125.
Da qui inizierà una carriera straordinaria che lo porterà a festeggiare ben nove titoli mondiali (1 in 125, 1 in 250, 1 in 500 e 6 in MotoGP) con oltre 300 gare disputate (228 consecutivi da quel Malesia 1996 al Mugello 2010), 106 vittorie, 187 podi e 59 pole position. Trionfi firmati con il numero 46 sulla carena, in onore di papà Graziano che quando correva utilizzava quello stesso numero portafortuna.
Nel 1997 vince con l'Aprilia il suo primo titolo mondiale. Grazie ai suoi successi ma anche alla capacità innata di saper conquistare il pubblico, esplode definitivamente il fenomeno Rossi sul piano mediatico. Travestimenti, prese in giro, scherzi che entrano nel mondo delle corse, in tutti i circuiti gli appassionati aspettano l'ennesima "trovata" del pilota di Tavullia,
Nel 1998 passa in 250 ed è un anno di assestamento, i tempi diventano maturi l'anno successivo quando, nella sua ultima stagione in sella all'Aprilia vince il secondo trionfo Mondiale.
Il 2000, infatti, oltre che il passaggio in 500, segna anche il trasferimento di Valentino alla Honda. L'esordio tra i grandi gli regala un secondo posto finale dietro a Kenny Roberts Junior, il trionfo arriva al secondo tentativo: nel 2001 Vale straccia la concorrenza e si laurea per la terza volta campione del mondo.
Il 2002 è il primo anno della classe MotoGP, ma Rossi non si fa troppi problemi e prosegue nella sua striscia vincente, vince il quarto titolo mondiale. Il 12 ottobre 2003 è stata una giornata storica per il mondo dei motori e per l'orgoglio italiano: mentre nella F1 la Ferrari entra nella storia vincendo il suo quinto titolo mondiale "costruttori" consecutivo, Valentino festeggia il suo quinto titolo mondiale, il terzo consecutivo. Termina tutte le gare sul podio (nove vittorie, cinque secondi posti e due terzi) e conquista ben 375 punti.
Nel 2004, ormai sazio di trofei, Rossi accetta una nuova scommessa e passa dalla Honda alla Yamaha. Cambia la moto ma non la musica: Valentino si laurea nuovamente campione del mondo con nove vittorie e due secondi posti. Come da copione nella stagione successiva è sempre lui ad aggiudicarsi il gradino più alto del podio finale, incoronandosi per la settima volta campione del mondo. Nel 2006 arriva il rinnovo con Yamaha, ma questa volta Nicky Hayden gli soffia il mondiale nell'ultima gara. Anche il 2007 sembra un anno poco felice per Valentino che deve accontentarsi del terzo posto, dietro al nuovo campione del mondo della Ducati, Stoner, e a Pedrosa.
Valentino torta a sorridere nel 2008: arriva l'ottavo titolo iridato al termine di una stagione iniziata non benissimo, ma conclusa nel migliore dei modi. Nel 2009 Rossi celebra la sua 100esima vittoria in carriera e il nono titolo mondiale, conseguendo un numero di titoli mondiali inferiore solo a quelli vinti dai centauri Agostini e Nieto.
Nel 2011 Rossi sposa il progetto della Ducati: il matrimonio non si rivelerà però felice, fatica a domare la Desmosedici e conquista tre soli podi in due anni.
Il ritorno in Yamaha avviene nel 2013, ma anche questa stagione è avara di soddisfazioni, dominata dai tre piloti spagnoli Marquez, Lorenzo e Pedrosa.
Nel 2014 trionfa nel rocambolesco Gran Premio d'Austria, si tratta della seconda vittoria dell'anno per il dottore. A 9 anni dall'ultimo successo a Philip Island, Rossi è autore di una rimonta sensazionale: Marquez scappa in fuga, inseguito a distanza da Jorge Lorenzo e Valentino Rossi. I due piloti danno vita ad uno spettacolare duello. Quando Marquez sembrava ormai lanciato verso la vittoria, succede un colpo di scena. Il neo campionate del mondo finisce a terra, ne approfitta subito Valentino Rossi che dall'ottava posizione si porta in testa e taglia il traguardo per primo.
Valentino praticamente nasce in simbiosi con la moto. Può piacere o non piacere, si può fare il tifo per lui o sperare che non vinca più una gara, si può pensare che sia il più grande di tutti i tempi o ritenere che altri siano stati superiori a lui, ma quel che è certo è che il dottore è stato, è tuttora e rimarrà per sempre un'icona delle due ruote, un personaggio dentro e fuori la pista che tifosi e appassionati di questo sport faticheranno a dimenticare.
Francesco Rosati di Monteprandone Delfico – Agenzia Stampa Italia