(ASI) L'ex segretario alla Difesa Leon Panetta critica l'amministrazione Obama per non essere riuscita a mantenere le truppe Usa in Iraq. E’ il fallimento della politica statunitense in quell’area che ha fatto sì che il paese mediorientale diventasse un rifugio per i terroristi dell’Isis.
L’accusa viene da Panetta che è stato direttore anche della Central Intelligence Agency (CIA) sotto la presidenza di Barack Obama ed è argomentata nel suo libro di memorie. "Worthy Fights: A Memoir of Leadership in War and Peace" ("Combattimenti degni: memoriale del primato in guerra ed in pace" libera traduzione ndr) che uscirà il 7 ottobre. In uno stralcio pubblicato sul Time Panetta ha rimproverato alla Casa Bianca la forte volontà di liberarsi della presenza militare statunitense in Iraq a discapito di intese che avrebbero potuto garantire meglio l’influenza politica e gli interessi Usa in quella strategica zona.
Il rimprovero di Panetta all’amministrazione Obama viene da un personaggio che è a conoscenza dei fatti, lo è anche di quelli più segreti degli Sati Unit e si dimostra un attacco diretto e pesante che deve spingere ad una fredda riflessione: la sottovalutazione del fenomeno Isis è stata semplicemente dovuta alla cattiva valutazione e all’incapacità politica Usa di comprendere gli scenari negativi delle situazioni? Cosa che francamente è comunque assurda. Oppure, prospettiva più inquietante: dietro la scalata e l’avanzata dei tagliagole dello Stato Islamico dell’Iraq e della Siria si cela una strategia mirata volta a portare il caos come ad esempio in Afghanistan, Libia ed nei Paesi della primavera araba per non permettere agli antagonisti globali Usa (Cina e Russia) e regionali (Repubblica Islamica dell’Iran e Siria) di avere un ruolo geopolitico ed economico primario in quell’area? In un caso o nell’altro, l’aver permesso il crescere di un gruppo terribile, sanguinario e fondamentalista e il pericoloso precedente territoriale dell’insorgere del Califfato pesano sulla coscienza Usa. Non fosse altro che per fare le guerre occorrono ingenti disponibilità di danaro ed armamenti moderni e molto costosi. Cosa di cui dispone ampiamente l’Isis. Tutti sanno che, sebbene per ragioni diverse, i maggiori finanziatori dell’Isis sono stati: Arabia Saudita, Qatar, Turchia (nazione Nato) e qualche “civile” paese occidentale, ossia fedeli alleati Usa che adesso si sono trasformati nella coalizione che vogliono abbattere il mostro che loro stessi hanno alimentato. Infine , non potrà sfuggire il fatto che l’affondo dell’ influente personaggio Panetta fatto alla scelte strategiche di Obama è un chiaro monito alla sua amministrazione. Ciò dimostra non solo l’insoddisfazione sulle scelte politiche di Obama di certi apparati, ma l’emergere di un dissidio. Uno scontro interno (ed esterno su scala globale) fra i gruppi di potere degli Stati Uniti i cui effetti futuri li scopriremo dal manifestarsi degli eventi sulla scena mediorientale e mondiale.
Niger September – Agenzia Stampa Italia