Sguardo ad Est. La Russia, le sanzioni e i rapporti con l’Italia”. Le dichiarazioni dei protagonisti alla conferenza organizzata da Agenzia Stampa Italia

La conferenza suddivisa in due parti ha permesso di comprendere gli scenari internazionali attuali e la situazione economica e politica della Russia a fronte delle sanzioni subite dall’Unione Europea.

La prima parte della conferenza ha riguardato la presentazione del libro Santa Madre Russia di Fabrizio Di Ernesto, il dibattito è stato moderato da Andrea Fais, Direttore responsabile della rivista "Scenari Internazionali". Questa prima parte del convegno ha permesso di approfondire gli ultimi venticinque anni di politica russa utili a comprendere il contesto in cui si è formato il moderno assetto federale del Paese, dopo la difficile fase degli anni Novanta.

Nella prima parte del convegno si è cercato di spiegare e delineare la figura di Vladimir Putin ed il coinvolgimento di Mosca sui principali teatri di confronto internazionale.

Nella seconda parte si è dato spazio ad autorevoli esponenti del mondo politico e dell'impresa, impegnati a spiegare più dettagliatamente gli effetti delle sanzioni UE contro Mosca sull'economia italiana.

Hanno preso parte all’iniziativa l'ex Ministro dell'Agricoltura ed ex Sindaco di Roma Gianni Alemanno (Movimento Nazionale per la Sovranità), l'eurodeputata Laura Agea (Movimento Cinque Stelle), l'ex eurodeputato Fabrizio Bertot (Forza Italia), il consigliere regionale dell'Umbria Valerio Mancini (Lega Nord) ed l'imprenditore bolognese Pietro Di Febo, vicepresidente dell'Associazione Russia Emilia Romagna.

 

Le interviste esclusive di Agenzia Stampa Italia agli ospiti che hanno preso parte al convegno “Sguardo ad Est. La Russia, le sanzioni e i rapporti con l’Italia”

IMG 5697 Gianni Alemanno, ex Ministro Agricoltura ed ex Sindaco di Roma, Segretario del Movimento Nazionale per la Sovranità.

Lei durante l’intervento ha parlato di Popoli e di sovranità nazionale. Ritiene che la Russia, come attore internazionale, possa modificare gli equilibri europei di questo asse franco-tedesco che sta penalizzando anche gli interessi italiani?

Nel mio intervento ho parlato di territori, il popolo è uno ed è il popolo italiano.

Il popolo italiano ha tante specificità territoriali e vanno riconosciute dalle autonomie e quindi noi crediamo nella sovranità nazionale ma non siamo nemici delle autonomie locali.

Detto questo, credo che sul versante della battaglia per ridare valore alle sovranità nazionali, il dialogo con la Russia sia fondamentale, perché la Russia oggi è la principale potenza che è fuori dalle logiche di interdipendenza di condizionamento che stanno cercando di depotenziare i diritti dei popoli ad autodeterminarsi, rispetto all’ONU rispetto all’UE rispetto al WTO, la Russia è la forza, la realtà che ha una posizione più netta e più marcata quindi oggi chi crede nella sovranità nazionale non può non dialogare con la Russia ma si tratta di dialogare profondamente con questa realtà e rimuovere alcune condizioni e alcuni elementi veramente assurdi come le sanzioni contro la Russia che tra l’altro a noi costano terribilmente; noi abbiamo perso solo nell’agroalimentare un miliardo di euro di export e dieci miliardi complessivi di tutte le nostre esportazioni perché c’è un asse franco-tedesco che impone le sue prospettive, noi dobbiamo fare in modo di fare sponda sulla Russia per liberarci dalle sudditanze che ci sono nell’Unione Europea.

 

agea1Laura Agea Europarlamentare M5S

Le sanzioni alla Russia, c’è chi le applica e chi non le applica, l’Italia come al solito ne paga le conseguenze. Le sanzioni sono giuste o ingiuste?

Quando una misura applicata per violazioni commesse in questo caso da parte della Russia vanno a danno e a discapito del soggetto che applica la sanzione io mi farei una domanda. In realtà questa Ue ha un difetto di fondo, anzi ne ha due.

Da una parte una completa, assoluta, totale miopia geopolitica non ha minimamente idea di cosa e dove stia andando o se è a danno e svantaggio dei cittadini europei.

Le cose sono due o non si è abbastanza intelligenti oppure si è abbastanza in malafede, perché non era assolutamente non prevedibile il danno che si sarebbe ottenuto all’economia europea e in particolare all’economia italiana imponendo le sanzioni alla Russia. Oggi a due anni dall’imposizione delle sanzioni i danni su tutto il tessuto produttivo italiano sono evidenti e mi permetto di dire che non solo il settore dell’agroalimentare ha risentito di queste sanzioni ma anche altri settori produttivi dove tra l’altro l’Italia era un Paese di eccellenza, mi riferisco per esempio perché me ne sono occupata per il mio ruolo di Europarlamentare per il settore calzaturiero. Noi abbiamo avuto un danno economico mostruoso nell’ultima anno soprattutto perché gli accordi commerciali che aveva l’Italia rispetto alla Russia su per esempio il settore calzaturiero erano accordi basati su anni di collaborazione, in 5 minuti abbiamo devastato questi accordi abbiamo rovinato milioni di lavoratori e centinaia di imprenditori che hanno chiuso le proprie aziende nell’arco di un anno abbiamo creato un danno altissimo, ottenendo che cosa ? la Russia nel frattempo si fa i suoi accordi con altri partner commerciali che ci sovrastano e ovviamente applicano una qualità minore della nostra e quantità maggiore della nostra e quindi ci fanno un dumping spropositato e dell’altra parte ci hanno messo anche le contro sanzioni perché ovviamente la Pubblica Amministrazione ha immediatamente chiuso tutte le commesse aperte che aveva con il settore per esempio produttivo calzaturiero italiano, quindi abbiamo fatto un danno che non è ancora calcolabile, questo perché da una parte c’è una politica miope e fallimentare in termini geopolitici dall’altro mi auguro che sia un intento politico di non voler veramente proteggere il tessuto produttivo italiano che già 10 anni di crisi economica hanno veramente devastato.  

 

BertotFabrizio Bertot, già Europarlamentare Forza Italia

Le sanzioni alla Russia dopo i fatti dell’Ucraina a suo giudizio hanno avuto delle ripercussioni negative per l’Europa e in particolar modo per l’Italia e a suo parere quale politica l’UE dovrebbe seguire nei confronti della Russia.

 

Proprio mentre io ero Europarlamentare è stato il momento peggiore della crisi Ucraina ovvero l’inizio con il referendum di secessione della Crimea e ho vissuto quel momento e quanto l’Unione Europea si è dimostrata assente.

Il tema è “l’Unione Europea è in grado di sviluppare una propria politica estera?”, assolutamente no, per due motivi: il primo di ordine pratico, l’Unione Europea non ha le deleghe dei singoli stati membri per fare una politica estera e quindi in questo momento qualunque stato nazionale può smentire qualunque dichiarazione della Mogherini, tra l’atro la Mogherini sta zitta quindi non c’è neanche bisogno di smentirla.

Dopodiché poniamoci il tema, la questione Ucraina è quello che ne sono state le conseguenze e quindi le sanzioni alla Russia e la tensione in questo momento internazionale alla guerra commerciale e non solo commerciale che c’è da una parte e dall’altra dei due fronti, chi danneggia soprattutto? Danneggia soprattutto l’Italia, perché in questo momento le sanzioni sono da una parte europee e quindi il divieto di esportare tecnologie per l’agricoltura ad esempio e contro sanzione russa il blocco dell’importazione di genere alimentare e genere agricoli , chi è il maggiore esportatore in Russia? L’Italia e in seconda battuta la Spagna. Purtroppo per noi economie di altri stati non sono state toccate, ad esempio non c’è il divieto di esportazione di autovetture, quindi la BMW e la Mercedes che hanno un grosso mercato in Russia non sono state toccate e quindi non è stata toccata l’economia tedesca e nello stesso tempo non sono stati toccati gli interessi dei vini francesi, quindi noi siamo quelli nelle condizioni peggiori soprattutto perché grazie a queste sanzioni la Russia sta sviluppando delle nuove economie, come ad esempio la produzione di mozzarella attivando dei canali sostitutivi strutturali e noi quelle esportazioni le abbiamo perse per sempre.

 

IMG 5724Pietro Di Febo, imprenditore, editore e Vicepresidente dell’Associazione Culturale Russia Emilia Romagna

Qual è stato a suo giudizio l’impatto delle sanzioni economiche alla Russia sul comparto produttivo e aziendale italiano?

 L’impatto è stato molto forte, negli ultimi tre anni da quasi 11 miliardi di esportazioni siamo passati a 6,5 e adesso c’è stata una lieve ripresa nei primi 6 mesi di quest’anno. L’impatto ha colpito ovviamente i settori contro sanzionati dalla Federazione Russa a seguito delle sanzioni poste ingiustamente dalla Comunità Europea soprattutto nei tre settori chiave colpiti che sono l’ortofrutta, i latticini e le crani fresche.

C’è però da specificare una cosa, le sanzioni russe sono delle sanzioni mirate e di piccole entità, in realtà il grosso del calo del fatturato dell’export italiano è dovuto alla svalutazione del Rublo conseguente al crollo dei prezzi del petrolio che c’è stato due-tre anni fa. Quindi la correlazione tra le esportazioni in generale verso la Russia e l’andamento del petrolio è molto forte, quindi bisogna saper scorporare la parte colpita dalle sanzioni dalla parte dovuta alla svalutazione della moneta.

C’è da dire chiaramente che questo oltre all’impatto economico ha messo a dura prova l’impatto delle relazioni tra le due comunità quella italiana e quella russa ma più in generale quella europea. Noi europei siamo stati talmente sciocchi che siamo riusciti a limitare gli scambi commerciali e culturali con la Russia in momento di espansione in un momento in cui la Russia si affacciava molto apertamente all’occidente.

Dall’altra parte tutto questo sta favorendo la Russia, cioè queste sanzioni dovevano isolare Putin e la Russia dalla Comunità internazionale in realtà quello che sta succedendo è un rafforzamento interno sia in termini economici sia in termini di consenso al Governo che è proprio quello che la Comunità Europea non voleva, ma il problema è che bisogna mettersi nella prospettiva dei russi e la prospettiva dei russi non è la nostra prospettiva.

 

ValerioMancini2Valerio Mancini, Consigliere Regionale Lega Nord in Umbria

A suo parere con le sanzioni alla Russia quali sono stati gli effetti positivi e negativi e di quale portata per le aziende umbre?

Parlo di cifre che è più facile, 300 milioni all’anno di danni ad imprese Umbre, l’1,5% del PIL lo abbiamo chiaramente evidenziato più volte in tutti i dibattiti pubblici e voglio ricordare che proprio due anni fa il 29 settembre 2015 l’assemblea legislativa ha approvato una mozione presentata a suo tempo per onestà intellettuale e politica dal mio collega il Consigliere di Forza Italia Raffaele Nevi, ma poi sottoscritta da tutti i consiglieri e poi votata da tutto il consiglio e dalla giunta, ha votato una mozione per arrivare ad agire presso il Governo affinché si tolgano le sanzioni alla Russia. Un atto condiviso che va a dire una cosa molto semplice, “caro Governo togliete le sanzioni alla Russia”, perché è anacronistico, sciocco, inutile e antistorico, i legami con il popolo russo anche aldilà dell’interlocuzione della seconda guerra mondiale ma anche nel periodo fascista e nel periodo in cui c’è stata la rivoluzione d’ottobre, l’Italia ha sostenuto ed ha avuto relazioni diplomatiche con il popolo russo addirittura il primo atto all’indomani dell’unità d’Italia data 1863 quindi con l’allora impero russo. C’è un legame storico dei popoli e un legame di fede, il libro “Santa Madre Russia” la dice tutta su quelle che sono le condivisioni dei valori religiosi e di fede che sono alla base delle nostre civiltà, vogliamo parlare di arte? Tutti sanno la bellezza che i nostri artisti hanno portato alle città russe tutti sanno la grandiosità della cultura russa parlo di danza di scrittura e di arte in generale, ecco quello che va tutelato. Vanno riprese e tutelati i rapporti che queste stupide sanzioni che vengono rinnovate ogni 6 mesi stanno togliendo.

Io lancerò alla fine di questo dibattito una provocazione , l’anticipo qui, dobbiamo impegnarci ad effettuare un tavolo permanente  che metta l’Umbria in contatto tutte le forze politiche con l’Ambasciata Russa affinché si inizi ad individuare all’interno delle repubbliche della federazione russa una su cui instaurare un partenariato privilegiato commerciale. Tutti gli altri Paesi lo stanno facendo attraverso triangolazioni, l’Italia è quella che con stupidità sta eseguendo le sanzioni a danno delle nostre imprese. Cari umbri l’Europa che piace a qualche forza politica e non certamente alla Lega, ci sta facendo da anni per 300 milioni di euro all’anno, l’1,5% del PIL. Questo Consiglio ha detto di toglierle, ovviamente nessuno ci ascolta, ma noi possiamo fare senza ovvero possiamo arrivare tramite l’ambasciata a sceglierci un partner importante e rilanciare anche il nostro aeroporto perché ad Est il nostro aeroporto lo sta lavorando, lo sta lavorando in generale in tutta l’Europa ma sta lavorando pressoché a zero verso il mercato russo che conta 500 milioni di passeggeri qualcosa non torna, quello che di sicuro non torna sono i conti delle nostre imprese.

 

MoncalvoRoberto Moncalvo, Presidente Coldiretti

Occorre riprendere al più presto il dialogo con la Russia che è un partner strategico fondamentale per l’agroalimentare italiano, tra l’altro l’agroalimentare italiano è l’unico settore colpito dall’embargo totale.

Abbiamo perso oltre un miliardo di euro di esportazioni dal 2014 ad oggi, e ai danni diretti si aggiungono anche danni indiretti, d’immagine legati al fatto che in Russia oggi ci sono prodotti che richiamano l’italianità nel nome o nella confezione ma che in realtà sono degli autentici falsi che nulla hanno a che vedere con la nostra agricoltura e con la nostra produzione agroalimentare. Abbiamo perso quote di mercato importanti sui formaggi, sui salumi ma anche sull’ortofrutta ed è davvero difficile pensare di recuperarle se non riprendiamo al più presto un dialogo con la Russia che ci consenta una volta per tutte di non utilizzare più l’agricoltura come merce di scambio rispetto a tensioni politiche internazionali che nulla hanno a che vedere con la nostra attività agricola e agroalimentare.

 

Redazione Agenzia Stampa Italia

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