(ASI) Recentemente il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha adottato un provvedimento di sospensione dal servizio per quattro mesi nei confronti del PM Paolo Ferraro, poiché ritenuto inadatto a continuare nello svolgimento delle proprie mansioni.
Il Csm ha motivato la decisione adducendo una presunta infermità mentale del PM, il quale però respinge l'addebito e rilancia: l’esclusione sarebbe da ricondurre a un'indagine evidentemente scomoda da lui stesso condotta. L'indagine in questione riguarda l’esistenza di una setta satanica - i cui interpreti sarebbero anche esponenti dell'esercito - che potrebbe per giunta esser legata ad una notizia di cronaca nera che ha turbato l'Italia, ovvero l'omicidio di Melania Rea. Agenzia Stampa Italia ha tentato di far luce sulla vicenda del PM, faticando tuttavia non poco a districarsi in un ambito curiosamente sottaciuto o quasi dagli altri media. Al fine di comprendere meglio la questione, chiarendone i contorni e i possibili sviluppi, abbiamo contattato il legale di Paolo Ferraro, l'Avvocato Giorgio Carta.
Avvocato, durante la conferenza stampa tenutasi nel suo studio la settimana scorsa lei ha definito il procedimento cautelare seguito dal CSM all'indirizzo del suo assistito "costellato di violazioni delle garanzie difensive e atipico". Può spiegarci quali sono le anomalie che ha riscontrato?
Innanzitutto, vi ringrazio per l'attenzione che rivolgete alla vicenda del pm Paolo Ferraro. Se si considera la gravità dei fatti denunciati, infatti, appare quanto mai sospetto il silenzio serbato dalla stampa ufficiale (fatta eccezione, per ora, per SKY tg24). Un silenzio che, paradossalmente, rafforza la convinzione del pm Ferraro di avere imboccato una strada plausibile nonché la sensazione che non meglio definiti “poteri forti” stiano boicottando la veicolazione della notizia. Tutto il contrario sta accadendo in rete dove sono invece numerosissimi i sostenitori del magistrato che, tramite un incessante passaparola, stanno capillarmente diffondendo la notizia. Ciò premesso, c'è da rimanere perplessi per le modalità, a dir poco frettolose e sommarie, con le quali il CSM sta conducendo il procedimento di dispensa dal servizio per infermità nei confronti del dottor Ferraro, da sempre giudicato uno dei migliori magistrati della procura romana. Si consideri, a titolo di esempio, che alcune convocazioni del magistrato sono state fatte solo il giorno prima o, addirittura, con un anticipo di poche ore. Ciò ha determinato l'impossibilità dello stesso di partecipare ad alcune importanti fasi del procedimento con l'assistenza del difensore e del proprio consulente di parte, che nella fattispecie è il professor Francesco Bruno. Desta perplessità il fatto che il CSM non abbia aderito ad alcuna richiesta di rinvio o di rinnovazione delle sedute, neppure di quella convocata la mattina stessa con un fax. Si consideri anche che l'odierno collocamento in aspettativa è stato motivato da asseriti motivi di salute, non suffragati da alcun certificato medico se non uno del 2008, che peraltro attesta la piena salute del dottor Ferraro. Al contempo, risultano ignorati numerose relazioni mediche di parte che certificano la perfetta salute dell'interessato.
Il provvedimento del CSM evoca una vicenda simile accaduta nel 2008, nella quale il dottor Ferraro denunciò il "plagio" della compagna che sarebbe stata indotta a svolgere attività di prostituzione all'interno della propria abitazione. Lei cosa ci dice di quella vicenda?
Va premesso innanzitutto che, nel caso di specie, non si fa questione di indagini svolte dal dottor Ferraro nella sua qualità di pubblico ministero, ma di denunce sporte dal medesimo quale testimone accidentale e parte offesa di reati, inaspettatamente archiviate a Roma. In ogni caso, nelle denunce non si fa questione di attività di prostituzione, ma di rapporti sessuali verosimilmente rientranti nella liturgia di riti satanici. Infine, va detto che trattasi sempre del medesimo filone che nel 2008 viene archiviato su richiesta della procura di Roma, ma che viene successivamente fatto oggetto di ben quattro procedimenti oggi pendenti presso il tribunale di Perugia.
Il dottor Ferraro adduce prove multimediali, che consistono in registrazioni audio, per dimostrare la veridicità dell'indagine. La magistratura come considera queste prove?
I file audio in questione, purtroppo di scarsa qualità, ad avviso del dottor Ferraro, a Roma non sono stati esaminati con le opportune tecniche e strumentazioni, con la conseguenza che se ne è disconosciuta l'oggettiva rilevanza. L'interessato ha, però, provveduto a ripulirli per facilitarne l'ascolto e li ha versati agli atti della Procura di Perugia che attualmente conduce i procedimenti pendenti.
Intorno ai contenuti di queste registrazioni audio c’è molta curiosità, essendo trapelate informazioni inquietanti. Potrebbe rivelarci di cosa si tratta precisamente?
Preferirei al momento non svelare la risposta alla sua domanda, anche se comprendo la legittima curiosità.
Ci conferma che il dottor Ferraro avrebbe subito minacce - anche piuttosto invasive - finalizzate a dissuaderlo dai suoi propositi investigativi?
Il dottor Ferraro ha denunciato strani accadimenti che lo hanno riguardato all'indomani della presentazione della prima denuncia, come la visita di personaggi sconosciuti, dalla chiara estrazione militare, contatti personali di sconosciuti, ma anche uno strano incendio divampato sul terrazzo della sua abitazione. Senza contare gli inviti di taluni personaggi eccellenti a desistere dall'approfondire la vicenda.
A suo avviso queste pressioni sono da ricondurre alla potenzialità destabilizzante nei confronti di alte sfere istituzionali che avrebbe l'inchiesta condotta dal PM?
E’ l'ipotesi più verosimile, a meno di non congetturare improbabili coincidenze fortuite tra la presentazione della denuncia e taluni fatti anomali.
Teme che la sospensione per quattro mesi possa tramutarsi in una definitiva estromissione dalla magistratura? Quali saranno le vostre prossime mosse legali?
Più precisamente trattasi di un collocamento in aspettativa d'ufficio, per motivi di salute. Il provvedimento ha una dichiarata natura cautelare ed e` stato congegnato come provvedimento d'urgenza, anticipatorio degli effetti del procedimento di dispensa tuttora in corso. Contro tale provvedimento, abbiamo proposto ricorso al TAR Lazio chiedendone la sospensione, anche in considerazione del fatto che nessuna norma attribuisce al CSM la potestà di emanare provvedimenti cautelari, ammesso e non concesso che davvero sussista l'urgenza di privare con effetto immediato il dottor Ferraro delle proprie funzioni di magistrato. Siamo in attesa della fissazione dell'udienza cautelare.
Lo stesso Ferraro ha ipotizzato che la sua indagine possa intrecciarsi con l'omicidio di Melania Rea. Egli sostiene di aver visto la ragazza all'interno della Procura di Roma pochi giorni prima della sua uccisione, avvenuta in un bosco presso Ripe di Civitella. Può aiutarci a comprendere meglio questo passaggio?
Al momento non possiamo dire di più, ma confermo che il dottor Ferraro assume di aver incontrato la povera Melania Rea od una sua perfetta sosia nei corridoi della procura, pochi giorni prima della sua scomparsa.
Come spiega la scarsissima copertura mediatica che ha avuto la misteriosa vicenda del suo assistito, nonostante abbiate svolto una conferenza stampa per concederle risonanza? Ricollega il disinteresse dei media al presunto coinvolgimento di alte sfere istituzionali?
Con tutto il rispetto per i tanti giornalisti seri e coraggiosi, sono ormai abituato né più mi sorprendo del fatto che in Italia sia pressoché bandito il giornalismo d'inchiesta e che siano all'unisono ignorate e messe in sordina le notizie scomode per i cosiddetti poteri forti. Questo fenomeno raggiunge l'acme allorché si faccia questione di ambienti militari, in riferimento ai quali la censura diventa assolutamente impenetrabile. Sono anni che denuncio gli abusi e le ingiustizie consumati nel mondo militare ma bene che vada, mi trovo davanti a giornalisti che si appassionano alla storia, ma che poi scompaiono o mi telefonano per riferirmi con imbarazzo che i rispettivi direttori hanno bloccato la notizia. Potrei citarle numerosi casi. La conseguenza è, per esempio, che in Italia si suicida più di un carabiniere al mese ma nessun giornale ne parla, così la gente crede ancora nella favola dei carabinieri privilegiati e felici e della grande famiglia dell'Arma. Da ex ufficiale dei carabinieri, le posso assicurare che trattasi di una bugia, di una leggenda metropolitana di successo, priva di alcun riscontro nella realtà. Lo riprova il fatto che la conferenza stampa tenuta per il caso Ferraro ha visto la partecipazione di numerosi giornalisti, ma alla fine hanno diffuso la notizia solo SKY tg24, la rivista Carabinieri d'Italia Magazine e il portale leader dell'informazione militare grnet.it, di Giuseppe Paradiso. Le altre testate nazionali hanno chiesto e ottenuto ogni delucidazione, ma poi si sono defilate, come sempre accade quando si tenta di informare i cittadini sulle condizioni del mondo militare.
Il caso, ignorato o quasi dall'opinione pubblica, ha scosso tuttavia la Procura di Roma. Qualche magistrato sta esprimendo vicinanza al proprio collega? Al di fuori dell'ambito professionale invece, avete ricevuto solidarietà da parte di qualcuno (associazioni, comitati, partiti politici)?
La Procura di Roma ufficialmente non ha commentato la vicenda, ma è normale che segua invece con molta attenzione l'evolversi della vicenda. La solidarietà espressa finora al dottor Ferraro è sorprendente. Riceve continui contatti di sostenitori e di cittadini che lo invitano a non mollare. Voglio in particolare ringraziare quei giovani di Forza Nuova che hanno silenziosamente manifestato sotto il mio studio il giorno della conferenza stampa. Sono nate pagine spontanee su facebook che invitano il dottor Ferraro a non arrendersi. Su internet, basta cercare con qualsiasi motore di ricerca per avere cognizione della grande solidarietà riscossa dal dottor Ferraro.