Perugia, 26 ottobre 2010
Una indagine del “Corriere della Sera “sulla raccolta differenziata - con fonte Legambiente - è assolutamente impietosa per l’Umbria: fanalino di coda dietro la Puglia, ma soprattutto unica Regione che non registra alcun Comune con una percentuale superiore al 50% in questo dato.
È un triste primato per il cuore verde d’Italia, ma soprattutto è un dato che stride con gli ambiziosi propositi del Piano dei Rifiuti e con i proclami della Giunta regionale e dei Comuni di Centrosinistra che, per ideologismi vecchia maniera, si riempiono tanto la bocca con gli obiettivi sulla raccolta differenziata.
Certamente l’Umbria sconta anni di ritardi, ma soprattutto va evidenziata la logica dei “due forni” perseguita dalla Giunta regionale, che ha inteso sempre tenere unite sotto il medesimo ombrello di consenso la Sinistra radicale vetero-ambientalista e logiche industriali legate al ciclo dei rifiuti. Rimane il dato incontrovertibile registrato dal Corriere della Sera che “molto si è chiacchierato e poco si è prodotto”.
La raccolta differenziata va perseguita non in una logica fine a se stessa, ma inserendola in un contesto impiantistico che sappia coniugare sostenibilità ambientale, abbassamento delle tariffe e sviluppo economico.
Tre parametri non in contraddizione se si perseguissero investimenti legati alla costruzione di impianti di nuova generazione attraverso project financing nei singoli Ambiti. Ma il pregiudizio anti-privato, sostenuto a corrente alternata e secondo gli interessi elettorali del momento, è un altro parametro negativo duro a morire nella nostra Regione
Andrea Lignani Marchesani