"Meglio il coinvolgimento diretto dei soggetti istituzionali che una figura costosa e non condivisa come quella del “Garante regionale dei detenuti”. Lignani Marchesani alla consegna delle credenziali ai reclusi che parteciperanno al pellegrinaggio Assisi-Roma.
(ASI) Nel Medioevo il “pellegrinaggio” era una forma di espiazione non solo per i peccati commessi, ma anche per determinati reati. Ai giorni nostri la “Confraternita di San Giacomo”, con il suo Rettore Paolo Caucci, rilancia l’iniziativa d’intesa con alcuni Istituti di pena.
Ad Assisi, infatti, si è svolta - con la partecipazione del Sindaco della città serafica Claudio Ricci e del sottoscritto - la cerimonia di consegna delle Credenziali [il documento che attesterà di aver compiuto il cammino] ad alcuni pellegrini, che in sei giorni percorreranno a piedi il percorso tra Assisi e Roma, dalla tomba di San Francesco a quella di San Pietro. Particolare importante: i “pellegrini”, in questa occasione, saranno proprio alcuni reclusi del carcere di Rebibbia a Roma, che impiegheranno i loro permessi-premio per compiere questo cammino, intendendolo come percorso anche spirituale e non solo come attività di reinserimento.
Molto importante e formativo è stato poi, per il sottoscritto e per le altre figure istituzionali, condividere la giornata e la cena con questi pellegrini “particolari”, scambiando opinioni sulla situazione carceraria e sui loro progetti di reinserimento nella società.
Qualche volta il passato ci viene dunque in soccorso e ci indica la strada da percorrere: bene farebbero perciò quei soggetti istituzionali che hanno tra le loro prerogative quelle di poter visitare le case di reclusione (come gli stessi Consiglieri regionali) a compiere esperienze simili, invece che interrogarsi su chi occuperà poltrone retribuite - come quella del “Garante regionale dei detenuti” - che replicano, sminuendoli, i loro stessi compiti.
In modo più esplicito: i Consiglieri regionali si facciano essi stessi “garanti”, mentre l’Istituzione “Consiglio regionale” cominci - a sua volta - a prendere contatti con le carceri umbre per promuovere iniziative come questa del pellegrinaggio.
Dispiace, infatti, che Istituti di pena di altre regioni abbiano colto un’occasione che troverebbe invece una sua ragion d’essere, per tradizione e cultura, proprio nelle terre e e nelle Comunità umbre.
Andrea Lignani Marchesani
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