"Altro - prosegue Evangelisti - che fine del berlusconismo...Del resto, cosa aspettarci dopo vent'anni di Grandi fratelli, di Isole dei Famosi, di Veline e Meteorine alla corte di Emilio Fede? Cosa rimane in Italia del rispetto delle regole come fondamento della convivenza civile e democratica? Ben poco. Nell'Italia affamata dalla crisi si è ormai rotto anche il giocattolo del calcio. Siamo un Paese stracarico di leggi e leggine, e, al tempo stesso, privo della benché minima credibilità e rispetto delle norme. Un Paese dove non esiste la certezza della pena. Un Paese che rischia di affogare nel pantano della corruttela. I danni all'economia italiana sono devastanti. A pagare sono sempre gli stessi: i lavoratori dipendenti e i pensionati che, con i professionisti e gli imprenditori onesti, in trent'anni hanno avuto un aggravio fiscale di circa 870 miliardi".
"E' sconvolgente - conclude il presidente vicario del gruppo Idv alla Camera - che ciò avvenga a trent'anni dalla "Questione Morale" sollevata da Enrico Berlinguer e a vent'anni dal ciclone di Mani Pulite. Niente pare essere cambiato, insomma, se non gli attori (alcuni) e i metodi della colossale truffa italiana. Certo, la corruzione in Italia si è evoluta e ha cambiato forma, ma non sostanza. Siamo a un bivio: cambiare o affogare. Con l'amaro in bocca di chi, la domenica, va allo stadio e si becca pure una partita truccata".