(ASI) - Si riapre la discussione sulla legge elettorale italiana, tornata al centro del dibattito politico, dopo i risultati delle elezioni regionali di fine novembre.
Il governo, ha rilanciato l’idea di modificare l’attuale sistema di voto, denominato Rosatellum, con l’obiettivo sostanziale di favorire una maggiore stabilità politica alle future elezioni nazionali, cui si guarderebbe già per la tornata politica prevista nel 2027.
Con l’attuale legge elettorale, una parte dei seggi viene ripartita in base ai risultati ottenuti da ciascuna lista o coalizione a livello nazionale, mentre i seggi rimanenti sono poi assegnati a livello locale, a seconda delle percentuali di voto. Con questa metodologia, il Rosatellum non garantisce automaticamente una maggioranza netta in Parlamento, per questa motivazione il dibattito sulla legge elettorale, cerca di addivenire a un sistema più proporzionale, assegnando un premio di maggioranza, con lo scopo di facilitare la formazione di un governo stabile.
Una tra le ipotesi più gettonate, è quella che riguarda il modello ispirato al cosiddetto Tatarellum, ossia un sistema elettorale regionale con premio di maggioranza, o con varianti simili a quelle delle elezioni regionali, in cui la coalizione o la lista che supera una certa soglia percentuale di voti riceve un bonus di seggi in Parlamento. Le opposizioni criticano la proposta del governo, sostenendo il Rosatellum, che pur non essendo privo di difetti, garantisce comunque un equilibrio tra maggioritario e proporzionale tale da evitare derive eccessive verso sistemi che favoriscano troppo un solo schieramento a scapito della democrazia. Anche all’interno della maggioranza tuttavia, non ci sono idee chiare, in quanto sull’argomento continuano i confronti a Palazzo Chigi: il dibattito è destinato a proseguire nei prossimi mesi, con possibili ripercussioni anche sulla tempistica di altri appuntamenti politici nazionali, ma la posta in gioco è davvero elevata.
Il problema più importante da affrontare è quello che riguarda il rischio di incostituzionalità, per non inficiare il delicato sistema elettorale italiano: la legge elettorale infatti, deve rispettare i principi fissati dalla Costituzione, in particolare quello della rappresentanza (il Parlamento deve riflettere, in modo ragionevole, il voto espresso dagli elettori) e quello dell’uguaglianza del voto (ogni voto deve avere lo stesso peso). L’ipotesi di un premio di maggioranza troppo elevato, potrebbe comportare una riforma troppo sbilanciata e rischiosa per la democrazia italiana.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia



