(ASI) «Le giustificazioni della maggioranza per aver bloccato di fatto l'approvazione della legge sul consenso sono uno strappo grave causato non solo ad un percorso parlamentare e ad un accordo tra maggioranza e opposizione, ma alle donne del nostro Paese. Ogni minuto in cui una donna non è sostenuta e riconosciuta da norme certe e avanzate è un minuto sottratto alla sua vita, alla sua sicurezza, alla sua libertà, alla sua integrità. E questo non possiamo permetterlo.
Come Conferenza nazionale delle Donne Democratiche continueremo a batterci al fianco delle nostre parlamentari e dei nostri parlamentari, affinché l'accordo sul consenso venga rispettato e l'Italia compia finalmente il passo necessario verso un diritto che metta davvero al centro l'autodeterminazione femminile. Il consenso non è una bandiera di parte, è una garanzia di civiltà. È ciò che rende credibile un Paese quando dice di voler prevenire la violenza maschile sulle donne.
Per questo ci riteniamo mobilitate in modo permanente, perché la libertà delle donne non può essere sacrificata alle convenienze politiche di nessuno.»Così in una nota Roberta Mori, portavoce nazionale della Conferenza delle donne democratiche.



