(ASI) Roma - “Il documento di aggiornamento del Piano industriale di Leonardo, presentato recentemente, conferma i timori manifestati dai lavoratori della sezione aerostrutture. Nonostante ordini in crescita per 118 miliardi di euro, con una previsione di aumento del 5,8% rispetto al periodo 2023-2029, e ricavi cumulati a 106 Mld, +7% in previsione al 2023-2029, si esclude qualsiasi piano di riconversione interna alla Divisione Aerostrutture.
Riteniamo un errore escludere dal perimetro della One Company Leonardo un settore ritenuto strategico. Occorre tutelare il settore produttivo per tutelare migliaia di posti di lavoro che altrimenti sarebbero a rischio. Devono essere trovate eventuali soluzioni. Non possiamo accettare la logica dello scorporo quando ci sono da realizzare investimenti per la riconversione di area che non producono profitti. Il piano industriale di Leonardo, presentato l’11 marzo, include nuove alleanze con Baykar e Rheinmetall, oltre a un percorso graduale per una partnership con il fondo saudita PIF, che dovrebbe concludersi entro il 2025. Un piano industriale che non garantisce un vero rilancio. Il rischio è la cessione di know-how e tecnologie strategiche, con un’eventuale delocalizzazione delle attività a basso valore aggiunto. Non possiamo accettare un processo simile a quello di Eni Versalis le cui decisioni potrebbe avere conseguenze disastrose per il Mezzogiorno. Gestire un’azienda partecipata dallo Stato come fosse privata, avviando trattative con fondi esteri in settori strategici, espone il Parse a diversi rischi. Per questo, il M5S chiede l’intervento del Mimit per definire un piano nazionale per l’aerospazio, in linea con le strategie adottate da altri Paesi europei. Serve una programmazione industriale, non una ennesima svendita di Stato. Ne vale la sicurezza nazionale e la tutela dei posti di lavoro. Diciamo 'no' a questa ennesima privatizzazione finalizzata a gestire licenziamenti ed esuberi”. Così in una nota Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle e coordinatore del comitato Economia-Imprese-Lavoro.