(ASI) Lettere in Redazione - La protesta congiunta dei trasportatori Aias e dell’associazione di agricoltori, artigiani, allevatori e pastori che, da quasi una settimana sta paralizzando la Sicilia, ha dato adito a proteste, e suscitato perplessità, per le modalità con le quali si sta svolgendo.
«Quanto sta accadendo in questi giorni non può lasciarci indifferenti. Le nobili e più che condivisibili ragioni della protesta tuttavia non devono tramutarsi in azioni che mortificano ancor di più la nostra già martoriata terra. Il blocco produttivo dell’isola non serve a nessuno». Queste le dichiarazioni di Santi Comis, coordinatore del Circolo Avanguardia sulla drammatica situazione che sta vivendo la Sicilia in questi giorni.
Anche il dirigente provinciale Giovane Italia Catania, Luca Sangiorgio si è pronunciato sulla questione: «L’attuale situazione nell’isola deve farci riflettere sulla drammatica condizione dell’economia siciliana. È un paradosso possedere raffinerie di petrolio e pagare il prezzo più alto in Italia per la benzina, così come è inconcepibile un tale aumento di tasse che può solo mettere in ginocchio il nostro Paese. Per questo motivo, non possiamo non essere solidali con le motivazioni che hanno portato alla protesta ma, siamo allo stesso tempo convinti che, per avere reali riscontri, sarebbe necessario portarla la dove vengono prese le decisioni, ossia Palermo e Roma. Il blocco totale della mobilità in Sicilia non aiuta la causa.
Prendendo spunto da quanto sta accadendo in questi giorni, abbiamo intenzione di lanciare quanto prima una piattaforma di incontri e proposte per riflettere, discutere ed eventualmente trovare soluzioni condivise sulla situazione economica siciliana e nazionale. Tra le proposte che vorremmo fossero prese in considerazione, anche la creazione di città “zone franche” che farebbero aumentare il turismo e le entrate per la Sicilia e l’applicazione della più volte annunciata fiscalità di vantaggio, tra l’altro prevista dallo stesso statuto siciliano».
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