(ASI) Non solo danni e disagi, l’abbondante caduta della neve a gennaio salva l’Italia da una grave siccità dopo un 2022 in cui si è registrata la caduta del 30% di precipitazioni in meno, con terreni, fiumi e laghi a secco ma anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.
È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’allerta maltempo della protezione civile, sulla base dei dati Isac Cnr dello scorso anno rispetto alla media storica del periodo 1991-2020. La mancanza di neve in questa stagione – sottolinea la Coldiretti – crea difficoltà anche per l’agricoltura, secondo il vecchio adagio contadino “sotto la neve il pane”, ed insieme alla pioggia è importante per ripristinare le scorte idriche.
A preoccupare è invece il fatto che il maltempo è stato accompagnato dal moltiplicarsi di eventi estremi con una media di oltre 5 al giorno, tra bufere di vento, neve, grandine e violente precipitazioni che hanno provocato frane, smottamenti ed esondazioni con interi campi di frutteti, vigneti, serre e stalle allagati, secondo l’analisi Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd).
Peraltro – continua la Coldiretti - il crollo delle temperature accompagnato da gelate notturne dopo il caldo anomalo degli ultimi mesi, mette a rischio verdure e ortaggi coltivati all’aperto come cavoli, verze, cicorie, e broccoli e fa balzare i costi per il riscaldamento delle serre per la coltivazione di ortaggi e fiori che risente dell’impennata della bolletta. A soffrire il freddo sono anche fiori e gemme delle piante da frutto delle varietà piu’ precoci di noccioli, pesche, ciliegie, albicocche, agrumi e mandorle che sono state risvegliate dalle alte temperature.
Gli effetti dei cambiamenti climatici si manifestano in Italia – precisa la Coldiretti –con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre ne vive quotidianamente le conseguenze con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno superato nel 2022 i 6 miliardi di euro.